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Caro direttore,
Condivido appieno il titolo del Suo pezzo del 23 gennaio -in cui cita il divieto allo sport dei ragazzini dodicenni da parte del PdC Draghi- che si conclude con “Lo specchio del Male” (con la m maiuscola, quindi parliamo di un valore assoluto).
L’indegno balletto dei decreti quotidiani di divieti e divieti, che non hanno alcun fondamento scientifico ma che si propongo solo di fare del male alle persone punendole ingiustamente per ricattarle (lo ha detto chiaramente Sgarbi che Draghi gli ha confermato che proprio di ricatto si tratta), si accompagna all’aristocratica espressione usata da Macron “On va les emmerder!” (Romperò loro le palle!) all’indirizzo dei cittadini francesi che reclamano la propria libertà.
Che lo scopo del ns -ahimè, futuro- PdC sia quello di far fallire l’Italia per liquidarla a prezzo di realizzo dalle multinazionali è sotto gli occhi di tutti (e pensare che questo tizio sarebbe pure un italiano…).
Come non ricordare la didascalica definizione che diede Cossiga di Draghi “un vile liquidatore!”? Non che Cossiga mi fosse particolarmente simpatico, soprattutto pensando alla sua personale tattica per sedare una piazza (Lamorgese prendi nota, perché ormai ti basta solo quello): “Prendi una donna, possibilmente incinta, la fai massacrare dagli agenti, la piazza insorge, e tu hai la scusa per massacrarli tutti”. E come non ricordare il male che ha fatto questo tizio senza battere ciglio chiudendo i bancomat della Grecia e affamando i neonati? E come non tenere a mente la fine che hanno fatto i resort e gli asset più remunerativi della Grecia, tutti ceduti a prezzo d’occasione alle multinazionali?
Purtroppo questo tizio non retrocederà, accompagnato nella sua opera diabolica da nani e Fabiani. Sapete come definisce la teologia cristiana chi fa del male non sentendo alcun rimorso e perseguendo imperterrito nel compiere il Male? Impenitente finale.
Per la cronaca: al novero dei paesi guidati da persone per bene, si è appena aggiunta la Spagna! Cos’ha Sanchez di diverso, eppure è un economista? Ah, già! Non è un banchiere.
Vittorio Cajò
Redazione Pressa
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