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'Inseguita, insultata e minacciata al parco da uno straniero: nessuno è intervenuto'

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La lettera alla nostra redazione di una ragazza vittima di un episodio sabato al parco Amendola: 'Ho chiamato municipale e polizia ma inutilmente'


'Inseguita, insultata e minacciata al parco da uno straniero: nessuno è intervenuto'
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Buongiorno,
vorrei raccontare lo spiacevole episodio che mi è accaduto ieri al parco Amendola. 

Sabato stavo passeggiando, quando ho notato un uomo sulla cinquantna che stava cercando di pescare nel laghetto del parco Amendola dove è vietata la pesca. Penso abbia notato che lo guardavo, ma io ho continuato per la mia strada senza fare nè foto nè video nè dirgli nulla, stavo parlando con una mia amica tramite telefono, via messaggio. L’uomo ha iniziato a seguirmi, e mi ha seguita per l’intero parco fino all'uscita e oltre.

In pratica si avvicinava quando ero sola, mi insultava e cercava di guardare cosa facevo col telefono, stava a meno di un metro da me, era davvero molto vicino, e quando arrivava gente si allontanava e faceva finta di nulla. Io molto spaventata ho accelerato il passo, per uscire dal parco. 

Sabato pomeriggio alle 16.

30, per fortuna c’erano persone di passaggio. Appena sono riuscita ad arrivare dal laghetto a metà tra il bar e il campo cani grande, fino quasi in via Fratelli Rosselli, ho chiamato la polizia molto spaventata perché ho notato che mi stava ancora inseguendo in via Mantegna. 

Molto spaventata ho chiamato il 113 dicendo che avevo paura a tornare a casa mia dato che avrei dovuto fare altri 3 chilometri a piedi prima di arrivare a casa. 

La risposta del 113 è stata: “Signora lei è ferita? Sta bene? Si è allontanata?” 
Ho spiegato che avevo comunque paura perché mi stava seguendo fino a pochissimo prima e che non avevo chiamato perché mi stava a meno di un metro urlando e avevo paura mi aggredisse. 

Come detto mi seguiva, quando c’erano delle persone si allontanava e appena ero più sola veniva vicino all‘orecchio urlandomi 'puttana', 'troia', 'muori', 'ti ammazzo'.

Non penso parlasse italiano come prima lingua perché aveva una cadenza strana oltre a dire parole in un’altra lingua. Come tratti estetici era nordafricano quindi potrebbe essere egiziano per esempio. Ci tengo a chiarire che non è assolutamente una questione razziale la mia, ma puramente di paura perché ero di fronte a un uomo di 50 anni che mi seguiva con una canna da pesca in mano lanciandomi insulti e stando a meno di un metro da me.

Il 113 mi ha chiesto se stavo bene fisicamente, e mi ha risposto che non era loro competenza la vicenda (ma se una persona viene minacciata mi pare lo sia...), e mi hanno passato la municipale. 

L'agente della municipale mi ha detto che dovevo calmarmi, che era solo un episodio, che loro non sarebbero intervenuti perché non era loro competenza (e due...) e che doveva pensarci il 113. E anche loro hanno chiarito che nemmeno loro sarebbero venuti dove ero, anzi la signora al telefono mi ha detto che dovevo andare a casa e restarci se avevo paura. 

Le ho chiesto perché io devo andare a casa, e perché non potevano venire loro a controllare cosa succedeva. Non è giusto che io sia intimata ad andare a casa mia perché uno mi dice che vuole ammazzarmi! Anche questa signora mi ha chiarito che non sarebbe intervenuta, ma che avrebbe chiamato lei il 113. 

E ha messo giù il telefono. 

Richiamo allora il 113 chiarendo che il sabato se l’ufficio diritti degli animali è chiuso deve pensarci la municipale almeno per la questione pesca abusiva, mentre mi hanno detto di no. Ho comunque ribadito che a mio avviso che sia loro che la municipale, se chiamati perché una persona ti insegue e minaccia di ammazzarti, devono assolutamente intervenire. 

La prima chiamata al 113 è stata alle 16.48. La seconda alle 17.10. Nel mentre, nessuno ha mosso un dito per me. 

La risposta della seconda chiamata al 113 è stata: “Lei signora fisicamente sta bene, ci sono altre persone attorno?” 
Io: “si qualcuno c’è per fortuna, ho raggiunto delle persone, ma io devo trovare a casa mia, abito lontano, sono spaventata..” 

Il 113 ha suggerito solo che se ero stata minacciata dovevo andare a fare denuncia in questura, la settimana successiva, verso ignoti. 
Passano 10 minuti di attesa, mentre io ascoltavo una segreteria registrata che ripeteva che mi avrebbero passato qualcuno, e riesco finalmente a parlare con la Polizia di stato dopo l’attesa. 

Intanto stavo tornando verso casa mia molto spaventata, al telefono con la Polizia di stato, che dopo che ho insistito più volte, mi ha detto che forse sarebbero stati al parco Amendola a controllare se l’uomo c’era ancora, così almeno avevo la tranquillità che non avesse continuato a seguirmi dato che avevo ancora vari chilometri per tornare a casa. 

Hanno detto che se avessero avuto bisogno di più informazioni una volta al Parco mi avrebbero contattata, non mi hanno più contattata. Quindi non so nemmeno se siano andati. In tutto ciò era già passata un’ora e io sono dovuta tornare a casa terrorizzata. 

Ma per legge tutti questi enti non dovrebbero intervenire se una persona viene minacciata e seguita? 

Io ho avuto la “fortuna” di non aver subito nessuna aggressione fisica, soltanto minacce e paura, ma ho avuto ancora più paura quando ho capito che la polizia, o la municipale, non sarebbe intervenuta. 

Ludovica C. 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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