Io vivo a Forlì, ecco perchè la mia frazione si è salvata

Chi opera nella prevenzione, crudele destino, viene maledetto quando opera e non riconosciuto quando il suo lavoro ha funzionato


Ma in questa occasione ho provato molto più rabbia a causa di tutti quei commentatori ed esperti partiti da subito con la cantilenante retorica delle mancate manutenzioni e degli adeguamenti non eseguiti senza fare prima una attenta e neutra osservazione dell'evento.
Come prima cosa, lo dico egoisticamente, la mia casa, la mia famiglia e l'intera mia frazione si sono salvate perché l'argine alle nostre spalle (riva destra del Montone) è stato riquotato ed irrobustito 3 anni fa, si è danneggiato in molti punti per via delle tracimazioni nella notte di martedì e ciò nonostante ha resistito ad una piena superiore alla portata stimata massima per oltre 24 ore (dati riscontrabili ponte Braldo).
Per salvare intendo che molto probabilmente i morti si sarebbero contati in centinaia...
A proposito di 'Forse con le piogge record di questi giorni le cose sarebbero andate male comunque...' Forse?
Sui nostri alvei, Ronco, Rabbi e Montone sono realizzate ed operative aree di espansione o di laminazione per un volume di 10 milioni di metri cubi (questo dato non mi è certo probabilmente è in difetto). Nonostante questi allagamenti controllati e a due grosse esondazioni iniziate nel tardo pomeriggio ad ovest di Forli dalle quali è uscita acqua per due giorni con la portata di un grosso fiume e decine di ettari in zona Villanova allagata con un livello fino oltre ai 3 metri, il fiume a valle nella notte successiva è esondato sui due fianchi sopra agli argini a tratti per chilometri.
Che mi risulti, di certo nelle mie zone, i guasti agli argini non sono stati causati da spinta interna quindi difetti di manutenzione, ma dalle esondazioni che ne hanno causato danni all'esterno. Ripeto: nonostante a monte fosse stata 'persa' una quantità enorme di acqua! (allego foto ad esempio)
Sono un cittadino normale, mi interessa particolarmente il tema della prevenzione per motivi famigliari. Perché, quando capita un evento il raccontatore non ha la capacità di vedere anche quello che non è successo? Perché non riesce a distinguere chi ha lavorato bene da chi non ha lavorato?
Il risultato è che si umilia e demotiva chi opera bene e, al massimo, nei migliore dei casi, si induce qualche scrupolo a chi ha operato male.
Chi opera in protezione è eroe in proporzione alla gravità dell' evento. Chi opera nella prevenzione, crudele destino, viene maledetto quando opera e non riconosciuto quando il suo lavoro ha funzionato.
Sarebbe bello che i giornalisti col loro mestiere e competenze aiutassero noi cittadini a capire questo.
Cordiali saluti.
Marcello Garavini
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>