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Egregio direttore de La Pressa,
In mezzo alle finzioni del nostro tempo, la storia di Pasqua ci ricorda l'importanza della Verità. Gesù sa che sarà tradito, rinnegato e messo in dubbio, ma è pronto a portare la sua croce perché nessun potere terreno può alterare ciò che è eterno.
In questi tempi ad essere traditi sono i modenesi i quali sulla croce dell’insicurezza lo sono da parecchio tempo e non per loro scelta, piuttosto per l’incapacità altrui i quali, pure, se ne guardano bene di dire la Verità.
Si osservi il caso di Tabina. Non era ancora stata oggetto delle prime cure mediche la donna aggredita che già, da diverse parti, sono state irradiate difese a prescindere del sistema dell’accoglienza dei minori non accompagnati e del ruolo degli educatori.

La verità non si può tacere da chi la pretende.
Chi fa volontariato è animato da buonissime intenzioni e si presta all’opera con impegno e con tanta dedizione. Talvolta con rinunce e sacrifici personali per il tempo che dedica al bene di singoli altri ovvero collettivo. Sulla preparazione ed adeguatezza di essa al compito di molti di loro, non è il caso però di mettere la mano sul fuoco. I dubbi sorgono dalle scene di persone mal vestite e poco anche, nel freddo e sempre per strada a non far nulla e dai fatti più o meno gravi che accadono tutti i giorni e non tutti raccontati dalla cronaca. Anche da certi comportamenti. La maggioranza di essi, infatti, vengono taciuti.
In tema di accoglienza a me è bastata una visita nell’Autunno del 2023 ad un centro di accoglienza modenese. Ne sono uscito sconvolto: una babele degli odori fetenti e degli orrori sconvolgenti.
Sono forse troppi i soldi dei contribuenti che vengono destinanti alla causa dell’accoglienza? Può darsi. Si ha comunque l’idea che chi li versa per conto dei cittadini, beninteso non mandanti, non eserciti i dovuti controlli.
'Il ragazzo ha sempre mostrato segni particolari e non in linea con il comportamento dei compagni'. Si sono più o meno affrettati a far sapere i difensori dell’accoglienza a prescindere ma fatta con i soldi dei cittadini. A questo punto, c’è da supporre che il tal ragazzo abbia pure doti o poteri eccezionali quali quella dell’ubiquità: l’unico a delinquere e non per fame ma per sfizio o per natura. Mentre i crimini commessi anche dai giovani stranieri in città sono tanti e frequenti e molti attribuiti ad esseri umani oggetto di accoglienza.
Un operatore: 'Il 17 enne fu ospite anche al Ceis. C'erano chiari segnali di disturbi' e spiega di aver avvisato i Servizi sociali prima che fosse riassegnato a 'Orione 80'. Il responsabile è sempre qualcun altro nella nostra abituale burocrazia dello scaricabarile e così il barile rovina e si frantuma sulla testa dei cittadini paganti ma non mandanti del sistema dell’accoglienza.
Il Comune informa che: 'L'affidamento dei minori alle comunità più idonee viene effettuato dopo una attenta valutazione'. Di chi? Del minore non accompagnato o del centro idoneo per l’accoglienza. E chi controlla l’operato del centro di accoglienza considerato che l’obbiettivo è il bene degli accolti e che i soldi sono dei cittadini ai quali vengono sempre aumentati i tributi?
Ed ecco una ulteriore smentita della difesa dell’esclusività e dell’eccezionalità del crimine a causa 'di chiari segnali di disturbi'. Infatti, qualche giorno dopo il fatto di Tabina, un ragazzino viene aggredito - secondo i resoconti - da una banda di giovani stranieri per rubagli la bicicletta ed altro. Gli hanno sicuramente portato via la serenità. Lo riempiono di botte (è questa l’educazione che ricevono con i nostri soldi) ma, prima del possibile peggio, egli si salva per l’arrivo di adulti che fanno scappare a gambe levate la banda.
Spero che, sia il ragazzino che la sua famiglia, abbiano ricevuto i conforti da parte delle istituzioni con lo stesso coro ad alta voce e sparso ovunque, usato per difendere l’indifendibile e per sminuire la gravità quotidiana.
L’accoglienza è una cosa seria e pretende verità e trasparenza. Ancora più seria perché attività rivolta a fare il bene del prossimo e, tremendamente seria, perché il danaro usato per essa è dei cittadini e non restituito a loro in servizi.
Allora il caso non è isolato! La mela marcia non è soltanto una, ma tante, è vero, non della stessa cesta, ma le marce sono in maggioranza della stessa specie e le ceste, in un modo o in un altro, direttamente o indirettamente, vengono pagate con i soldi nostri e, insieme alle mele, gestite sempre dagli stessi.
Dunque basta finzioni e più verità! Soltanto la verità può portare ad azioni utili all’interesse collettivo.
Cordiali saluti,
Camillo Po
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>