Le lacrime di Parri e quanto costa la candidatura a sindaco di Modena
Martinelli
La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook Twitter Youtube Linkedin Instagram Telegram
MAMMUT MODENA
articoliParola d'Autore

Le lacrime di Parri e quanto costa la candidatura a sindaco di Modena

La Pressa
Logo LaPressa.it

Ci si deve dunque rassegnare a questo progressivo deterioramento delle istituzioni democratiche e alla conseguente lentezza e inefficacia dei processi decisori?


Le lacrime di Parri e quanto costa la candidatura a sindaco di Modena
Paypal
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.

Tra la metà del seicento e la fine del settecento videro la luce in Europa due dottrine politiche la cui influenza è ancora presente nel dibattito e nell'azione politica contemporanea. Il filosofo inglese Hobbes sosteneva che la natura dell'uomo fosse competitiva ed aggressiva (homo homini lupus) e che per contenere e contrastare la violenza che ne scaturiva occorreva un Leviatano, un Sovrano o uno Stato con poteri illimitati e prevalenti anche sulle libertà individuali.
Il ginevrino Rousseau riteneva che l'uomo fosse per sua natura buono. In base a ciò ebbe la convinzione di aver trovato la soluzione, come fosse un problema di logica matematica, al rapporto tra libertà individuale e autorità. Se gli uomini sono buoni possono convenire, attraverso un Contratto, di limitare la loro libertà individuale e accettare una autorità che persegua il fine del bene comune.
Questa idea piacque al nascente romanticismo, ai giacobini egualitari e nel corso della storia a coloro che con processi inquisitori o carcere ritennero di rieducare chi non era abbastanza 'buono'.
Per Hobbes il Leviatano, figura traslata dalla Bibbia, aveva come modello di riferimento il Regno dei Cieli e la sua indiscutibile giustizia divina. Rousseau era nato e cresciuto a Ginevra culla del calvinismo più intransigente la cui dottrina sollecita l'uomo ad essere attivo e intraprendente per evitare la dannazione eterna. Queste due dottrine politiche in particolare quando tentano di risolvere il dualismo bene- male sono fortemente influenzate dal pensiero religioso. Le abbiamo semplificate e accomunate trovando un possibile nesso appunto nei presupposti religiosi.
Nel 1943 il filosofo della scienza austriaco, Karl Popper, pubblicò in Nuova Zelanda dove era fuggito dopo che l'Austria era stata annessa alla Germania nazista, 'La società aperta e i suoi nemici'. L'opera suscitò grande interesse ed è ancora motivo di dibattito in particolare nel mondo anglosassone mentre in Italia, grazie all'impegno di un valente filosofo come D. Antiseri, venne pubblicata solo trent'anni dopo da una piccola casa editrice dedita alla pedagogia. Popper sulla scia del pensiero di A.Einstein rifiuta la possibilità che esista una verità data. Egli sostiene che la soluzione di un problema, l'elaborazione di una teoria, la nostra conoscenza, debbano procedere attraverso confutazioni cioè attraverso l'eliminazione degli errori. E’ il lato 'debole' di una teoria scientifica che deve attrarre la nostra attenzione poiché l'uomo è fallibile. Le dottrine politiche che nel corso della storia hanno cercato una legittimazione o una giustificazione al potere di un gruppo, di una razza, di un ceto o di una classe per Popper questa loro ricerca è sviante poiché nessuno nasce con il diritto di sovranità sugli altri. La domanda da porsi non è chi deve comandare, ma come controllare chi governa. Come organizzare le nostre istituzioni affinché, al formarsi di una nuova maggioranza, questa possa sostituire la precedente senza spargimento di sangue. Anche la Costituzione italiana contiene sistemi di controllo a difesa delle istituzioni democratiche. La Presidenza della Repubblica e la Corte Costituzionale dispongono di strumenti per impedire l'eccesso di potere di un eventuale governo autoritario. Se nelle teorie di Hobbes e di Rousseau si possono individuare derive autoritarie o illiberali, al contrario il pensiero di Popper e la nostra Carta Costituzionale contengono antidoti a ciò e i capisaldi su cui sì reggono i sistemi democratici. Le democrazie cambiano, come le persone che le abitano e la loro debolezza attuale non dipende dal rigurgito di frange antidemocratiche con lo sguardo al passato, ma dal progressivo declino della forma partito. Accade in tutti i paesi a democrazia parlamentare, in Italia da milioni di iscritti ai partiti si è passati a poche migliaia; dopo “mani pulite” sono scomparsi quasi tutti i partiti che avevano dato vita alla Repubblica italiana; l'estrema volatilità tra una una tornata elettorale e l'altra, della Lega, dei Cinque Stelle, dei Fratelli d'Italia, di Forza Italia, delle varie modifiche del nome, con laceranti divisioni e altisonanti riappacificazioni, nel Partito Democratico, dimostrano il loro allontanamento dai cittadini molto di più dell'astensione al voto di questi. I partiti sono il motore della democrazia,come dall' art.49 ‘concorrono a determinare la politica nazionale’. I partiti invece sono diventati dei comitati elettorali il cui scopo principale è fare rieleggere l'oligarchia che li compone. Tutto ciò si riflette sulle istituzioni minandone la stabilità. Si pensi all'insufficienza politica nelle rielezioni presidenziali di Napolitano e Mattarella e ancora più nella incapacità di definire una legge sul fine vita attesa dalla maggioranza della popolazione che ha ‘costretto’ la Corte Costituzionale a respingere, con una sentenza priva di motivazione logica, più di un milione di firme per indire un referendum. Per queste ragioni non sarà scandaloso porsi la domanda se la democrazia non può che essere rappresentativa.
Un cittadino versa la metà del suo stipendio o della ricchezza prodotta allo Stato e al contempo ha un intermediario che ne dovrebbe tutelare gli interessi che in molti casi gli è estraneo, di cui non ne conosce le competenze, scelto da un comitato elettorale di un partito, magari solo perché il collegio è sicuro e che a fine legislatura non rendiconta nulla a dimostrare che quei soldi versati erano in buone mani. Si obietterà che il rapporto tra cittadino e rappresentante non possa essere solo economico, ma esiste una straordinaria coincidenza tra la progressiva diminuizione della partecipazione volontaria nella vita dei partiti e il progressivo aumento del debito pubblico.
Ipotesi su cui torneremo.
“Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti”, desiderio pienamente comprensibile questo incipit dell'art.49 redatto dai padri costituenti che avevano subito la dittatura di un partito unico sostenuto questo dalla violenza di sgherri che intendevano esorcizzare la morte con il nero delle camicie e i teschi sulle mostrine. Una setta psicopatica, mentre un'intera generazione fu mandata a morire in una guerra combattuta con carri armati di latta e fucili da caccia. L’auspicio “aderire liberamente” dei padri costituenti è stato messo in pratica,è stato attuato? Rivolgiamo la domanda e i nostri dubbi al lettore paziente; a partire dalle lacrime di Parri nel vedere dissolversi il Partito d'Azione, che tante intelligenze e competenze comprendeva e che aveva in gran parte diretto la lotta armata contro l'invasione Tedesca. Erano dovute alle “valigie” piene di rubli che l'Unione Sovietica mandava al Partito Comunista, il quale poteva così pagare funzionari politici e allestire imponenti campagne elettorali . Altrettante 'valigie' piene di dollari per gli stessi scopi finanziarono la Democrazia Cristiana. Si formarono in questo modo e si fronteggiarono due potenti partiti: uno di ispirazione cattolica l'altro comunista.
Per quanto possa sembrare forte questa affermazione, né il cattolicesimo, né il comunismo ebbero al centro del loro pensiero politico e del loro percorso storico valori e principi democratici. Fu per questo che occorsero decenni e innumerevoli stragi con molte vittime innocenti, citando ancora Popper, prima che fosse possibile in Italia cambiare maggioranza senza spargimento di sangue.
Su questo tema “aderire liberamente” come non ricordare poi le parole di Craxi in Parlamento. A fronte dell'accertata corruzione del suo partito, che significava aver usato il potere politico per favorire un gruppo economico in cambio di denaro per il finanziamento delle campagne elettorali, il segretario del partito socialista affermò, che anche tutti gli altri partiti che sedevano su quei banchi per gli stessi motivi erano corrotti. Almeno su questo non fu mai smentito. Per questa tesi di convincimento al voto a un partito e non liberamente scelto, è esemplare la nascita dal nulla di Forza Italia, promossa da Berlusconi e da un gruppo di esperti: professionisti della vendita.
Essi riuscirono con gli stessi strumenti e le stesse tecniche con le quali avevano persuaso i consumatori a comprare panettoni, detersivi o automobili a convincere gli elettori a votare il nuovo partito. Sono recenti le ammissioni del proprietario della più grande agenzia di comunicazione del mondo, Zuckerberg, di aver contribuito all'uscita dalla UE dell' Inghilterra. Nemmeno ci può sfuggire che i nostri dati, come quelli di miliardi di persone, fondamentali per impostare vincenti campagne elettorali, siano nelle mani o meglio nei cloud di sole cinque società nel mondo. Il concentrare l'azione politica prevalentemente in funzione della competizione elettorale ha generato un continuo aumento del costo della propaganda: per eleggere un governatore di uno stato degli Stati Uniti, nelle ultime elezioni, sono stati spesi mediamente 500 milioni di dollari, si vocifera che la carica di sindaco di Modena potrebbe essere contesa con successo con 300.000 euro.
Ci si deve dunque rassegnare a questo progressivo deterioramento delle istituzioni democratiche e alla conseguente lentezza e inefficacia dei processi decisori? Non è forse questa la ragione principale del forte astensionismo? Perfino in Emilia Romagna, che gli studi del politologo Putnam avevano mostrato essere la regione italiana col più alto civismo e senso dello stato, durante le ultime elezioni ci si è fermati al 46% degli aventi diritto al voto e nonostante, in previsione di questo basso risultato, le sezioni elettorali fossero rimaste aperte anche il lunedì mattina a differenza delle precedenti tornate. È necessario se vogliamo vivere difesi e tutelati da valori e principi democratici non rassegnarci, a cominciare dalla richiesta di porre dei forti limiti al costo delle campagne elettorali, non foss'altro perché in esse si annida molto spesso la corruzione o il conflitto d'interesse. Ma è soprattutto necessario riprendere la discussione sulla partecipazione dei cittadini; essa non può essere passiva e dedita solo all'ascolto di scelte già decise, ma costruttiva perfino nella formazione di un percorso legislativo e in particolare deve essere decisoria. Gli strumenti a disposizione, come gli istituti di partecipazione comunali e i referendum nazionali, devono essere resi più funzionali e disponibili. La democrazia diretta ha il vantaggio di rendere più consapevole e responsabile il cittadino di fronte a un problema specifico. È dunque ragionevole ritenere che nell' ambito del contenzioso referendario emergano all’interno della società civile molte più competenze atte a risolvere il problema di quanto possa fare l'attività dei partiti. Giuseppe Dossetti fu il principale estensore dell’art.1 e non vi è dubbio che il “lavoro”, per il suo realizzarsi, esiga partecipazione e conflitto,ma purtroppo non fu accettata la sua proposta per l'art. 50 che così si esprimeva “la resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente costituzione, è diritto, dovere di ogni cittadino”. Alla luce di quanto è successo negli ultimi 80 anni mantiene inalterata la forza profetica e quanto sarebbe opportuno che il diritto di resistenza rientrasse negli attuali dibattiti costituzionali, ci ricorda inoltre che, attraverso la partecipazione, si difendono le nostre Democrazie.

Dante Pini

Redazione Pressa
Redazione Pressa

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

Società Dolce: fare insieme

Italpizza
Parola d'Autore - Articoli Recenti
Covid, mascherine e tamponi: 'Caro ministro, metti fine al caos'
Lettera aperta del medico Daniele Giovanardi a Schillaci: 'Dopo la fine dell'emergenza ..
12 Gennaio 2025 - 18:10
Castelfranco, il sacrificio attuale di Gabriella Degli Esposti
Ottant'anni dopo il martirio di Gabriella Degli Esposti e dei suoi 11 compagni siamo grati ..
19 Dicembre 2024 - 08:17
Ottavo campale, per il Comune di Modena opportunità da non perdere
Occasione straordinaria per un vero e proprio meccanismo di riformismo urbanistico e sociale..
05 Dicembre 2024 - 12:45
Parola d'Autore - Articoli più letti
Obbligo vaccinale per insegnanti, agenti e medici? Bene, ma allora non si chieda il consenso
'A questo punto consiglio a tutti i bravi cittadini di offrire senza esitazione il braccio ..
25 Novembre 2021 - 19:40
Follia Green pass, i bambini prime vittime di una società disumana
A questo punto davanti a questi adulti privi di cuore e di anima, non ci resta che sperare ..
08 Febbraio 2022 - 12:52
'Il vaccino non rende immuni: questo fa decadere ogni obbligo'
Giovanardi: 'Stupisce e sconforta che gli Ordini Professionali si accaniscano contro ..
29 Dicembre 2021 - 21:23
'Festa Unità: è il vuoto totale, a Modena non esiste centrosinistra'
Il Psi: 'Da Muzzarelli lettera piena di dignità e di passione ma anche di un inascoltato ..
31 Agosto 2018 - 11:38