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Buongiorno, vorrei condividere con voi una riflessione, nata da due situazioni in cui mi sono trovato di recente.
La prima: accompagno mia moglie, insegnante di scuola superiore, alla manifestazione in occasione dello sciopero del 30 maggio a Modena. Dal palco nessuno, dico nessuno, degli oratori cita mai l'obbligo di greenpass rafforzato tra i molti 'problemi' degli insegnanti, a tutti sembra sfuggire che la logica del nuovo decreto scuola è identica a quella dei vari decreti su greenpass e obbligo vaccinale: autoritaria, slegata da ogni riflessione su utilità ed impatto sulle persone e i loro diritti. Accettato quello che si è accettato questo inverno, e senza aprire bocca neppure a posteriori, non credo abbia senso scioperare per alcunché.
Seconda situazione: accompagno mia figlia a una gara di nuoto, di nuovo come una volta: col pubblico, senza greenpass.
Chiacchiero con genitori coi quali non parlavo da mesi, anche e semplicemente perché non avevo nulla da dir loro: mia figlia, 13 anni, ha smesso di nuotare per oltre un mese a gennaio, solo perché ha preso il covid ha poi potuto riprendere l'attività che svolge da quando ne aveva 8. Anche qui, non una parola su quanto successo. Soprattutto non una parola da persone con cui ho condiviso molte idee, valori, in alcuni casi orientamenti politici per molti anni. Questa gigantesca opera di rimozione mi ricorda il dopoguerra e mi fa sperare molto molto male per il futuro. Non ho mai creduto in teorie complottiste, né ho mai pensato di equiparare quanto visto nei mesi scorsi a episodi oscuri come le leggi razziali, equiparazioni che in molti hanno con irresponsabilità e leggerezza portato avanti, forse alla ricerca di visibilità attraverso provocazioni estreme. Credo, però, che chi ha aderito con convinzione a norme che hanno calpestato il diritto e la nostra Costituzione, abbia agito sulla base di un colossale fraintendimento dell'idea di bene comune: in malafede, nel caso degli artefici politici, ma anche in buona fede, nel caso di milioni di italiani, resi incapaci dalla paura (e spesso dall'ignoranza) di ragionare.
Matteo Pagliani
Condividiamo le sue parole, testimonianza equilibrata di una situazione che tanti hanno toccato con mano. Vivendo e subendo una indifferenza diffusa, a volte ancor più dolorosa rispetto alla stessa accettazione di una norma folle. Ha ragione, con questi presupposti il futuro non appare roseo.
Giuseppe Leonelli
Foto Dire
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>