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Buongiorno,
vorrei spiegare la spiacevole vicenda accaduta ai danni miei e di mia mamma.
La sera del 29 ottobre verso le 20 ho parcheggiato in via Firenze a Modena lasciando mia mamma in auto per andare ad avvisare mia sorella che eravamo arrivate e da lì andare al planetario.
Il tempo di andare e tornare, totale 10 minuti scarsi, una coppia di giovani, una ragazza e un ragazzo, hanno distratto mia mamma chiedendo se aveva bisogno, cosa faceva lì a quell'ora, chi aspettava... tanto da farle capire che forse potevano essere nostri amici e nel mentre uno dei due ha aperto la portiera dietro della macchina e portato via il mio zaino con tutto dentro: cellulare, portafoglio, senza che mia mamma potesse notare niente....
Al nostro arrivo mia mamma ci ha descritto queste due persone 'come nostri amici' al che ho guardato sui seggiolini posteriori e ho constatato che lo zaino era sparito.
Mi sono subito attivata con l'aiuto di mia sorella, suo marito e mio marito che intanto ci hanno raggiunto ed ho prontamente bloccato carte di credito e cellulare.
Abbiamo anche chiamato la polizia che ha raccolto la nostra testimonianza e il giorno dopo in Questura ho fatto regolare denuncia di tutto ciò che era in borsa, con la speranza di essere arrivata in tempo a bloccare le carte di credito.
La stessa mattina, quindi il 30 ottobre, sono andata in banca per presentare la denuncia e rifare un'altra carta di credito. Mi hanno detto che non avevano tempo e che dovevo prendere un appuntamento, senza dirmi che i ladri erano riusciti a prelevare.
L'appuntamento mi è stato dato per l'8 novembre e solo in quella data mi hanno comunicato che erano stati fatti due prelievi uno di 500 e l'altro di 250, dopo aver chiaramente fatto alcuni tentativi alla ricerca del pin.
La cosa 'buffa' è stata che non essendo presente l'impiegata di riferimento, quella al banco non poteva ricevere la mia dichiarazione e denuncia e così mi ha rimandato al martedì successivo, quindi al 12 novembre.
Finalmente quel giorno ho fatto la denuncia, la richiesta di risarcimento e la richiesta della postazione dove avevano effettuato il prelievo, perchè la polizia voleva esserne a conoscenza.
La conclusione a tutt'oggi è:
1- la polizia mi ha riferito che dovevo portare questa informazione almeno entro i 7 giorni dall'accaduto perchè le registrazioni vengono cancellate man mano
2- dopo qualche giorno mi arriva la raccomandata dalla banca che disconosce gli addebiti della mia carta con la motivazione che hanno usato il pin e quindi il qualche modo io glielo ho fornito
3- ho preteso un colloquio col direttore della banca, la quale con un'alzata di spalle mi ha detto: 'signora cosa vuole la banca mica può risarcire tutti quelli che subiscono un furto del genere'.
A questo punto, oltre a nutrire rabbia e scoramento per essere stata, prima defraudata da questa gente che fa giornata con raggiri e sotterfugi, e dopo essere stata umiliata da una banca che oltre a non garantire ai clienti un po' di serenità e proteggerli in casi come questi, ti senti doppiamente derisa da impiegati che con una scrollata di spalle ti frantumano la già poca fiducia che riversi nei loro confronti.
Lo so mi sono dilungata un po', ma voglio far capire tutta la mia rabbia e la mia delusione nell'avere toccato con mano un degrado non solo oggettivo, ma soprattutto soggettivo. A tutti livelli siamo dei numeri e non più esseri con un cuore e un'anima.
Ho solo una consolazione.... per fortuna i ladri non hanno fatto male alla mia mamma di 89 anni, chissà forse i ladri hanno più cuore di una banca? Forse sì.
Lettera firmata
Redazione Pressa
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