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Gentile direttore,
vedo luci ed ombre nell’attuale amministrazione, purtroppo con una predominanza di ombre.
Il mio plauso va all’assessore ai lavori pubblici: ho assistito quasi commossa alla potatura degli alberi in via Gaddi, in più sono sparite le erbacce che infestavano i marciapiedi. Piccole cose, certo, ma decisamente più di quanto la precedente amministrazione fosse in grado di fare, impegnata com’era nella 'creazione della bellezza' in centro storico e nella glorificazione dell’asfaltatura delle strade, elevata al rango di 'rigenerazione urbana'.
Dolenti note, invece, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Non avevo voglia di scriverne, visto il muro di gomma costruito da Hera e Comune, efficacemente puntellato dalla propaganda di buona parte della stampa locale, ma, ricevuta la letterina firmata dal sindaco e da Hera, che introduce e spiega la “tariffa puntuale”, non ho potuto esimermi.
E’ noto che l’introduzione del cassonetto smart e del porta a porta ha sì prodotto un aumento della differenziata, ma ha anche contribuito a un’esplosione dei rifiuti abbandonati. E non parliamo di un problema risolto come vogliono farci credere: parliamo di un fenomeno che è stato semplicemente rimosso dal radar dell’Amministrazione, solo contenuto dallo spazzino di quartiere entro limiti accettabili. A tale proposito: ecco via Luosi (foto sopra) ieri mattina, ritratta in tutto il suo splendore.
Mi chiedo: se è bastata una tessera a far scattare un 'chissenefrega' così diffuso, cosa potrà mai succedere con la tariffa puntuale? Se lo chiedessi a mio nipote di 5 anni, non avrebbe dubbi.
Eppure l’Amministrazione continua a trattare la gestione dei rifiuti con un furore ideologico di cui il cassonetto smart è il simbolo perfetto. Perché creare vani così piccoli da contenere a malapena un sacchetto di patatine? Perché dobbiamo essere assaliti dall’ansia se il nostro sacchetto è troppo pieno, in previsione di un semplice conferimento che si trasforma in una vera e propria impresa? E, sottolineo, parliamo di un sacchetto standard.
Alla fine credo di avere la risposta. Il vano piccolo è portatore di un chiaro messaggio: conferirai con dolore, ti devi sentire in colpa, hai prodotto troppa indifferenziata, devi essere più virtuoso, non sei abbastanza green, ecc. ecc. Il tutto aggravato da semplice quanto clamorosa ingenuità dei progettisti; sembra incredibile, ma questi signori hanno creduto davvero che un vano da 30 lt potesse contenere agevolmente un sacchetto standard da 30 lt, ignari di elementari concetti di tolleranza e di forma.
Come invece è andata a finire realmente lo vediamo ogni giorno sulle strade.
Una Amministrazione dotata di un minimo di buon senso ammetterebbe che la deterrenza non ha funzionato, e che sarebbe ora di tentare un altro approccio. Magari premiando chi differenzia davvero, riducendo la Tari per chi conferisce correttamente nei cassonetti con tessera, e lasciando i cassonetti dell’indifferenziata accessibili a tutti.
E invece no: Comune ed Hera marciano imperterriti verso la discarica urbana diffusa, modello a cui sembrano essersi affezionati così tanto da volerlo perseguire con maggiore determinazione.
Tuttavia, non posso credere a uno scollamento dalla realtà tanto clamoroso da sembrare patologico, perciò ho una mia teoria sulle ragioni di questa scelta.
Ipotizzo che sia solo un sistema velato per aumentare la Tari, in modo da coprire le spese dello spazzino di quartiere, rese necessarie da un modello fallimentare. Semplicemente, anziché ammettere errori e responsabilità, si studia il modo di scaricarne i costi sui cittadini. Non tutti, però, ci mancherebbe. Solo quelli dotati di un minimo di senso civico che non abbandonerebbero mai i rifiuti per strada. Gli altri, quelli che già lo facevano, avranno un motivo in più per continuare. Al gruppo si aggiungeranno quanti non saranno disposti a pagare per l’eccedenza.
Mi piace vincere facile, lo ammetto: prevedo che il rifiuto abbandonato, già tratto distintivo del panorama urbano, sarà imperante, continuerà ad essere impunito e, anzi, potrebbe diventare un vero e proprio sport cittadino. Per chi conferisce correttamente, ecco pronta una tassa ribattezzata “tariffa puntuale”. Suona meglio, vero? Un vero capolavoro di equità e giustizia.
E dire che al primo posto del patto in 13 obiettivi presentato da Mezzetti in campagna elettorale c’era “Una città più giusta, più vicina, più attenta”.
Eccellente modo di perseguirlo.
Adriana Cetro
Redazione Pressa
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