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Gentile Direttore,
Se in questi giorni di calura le venisse in mente, in cerca di un po’ di sollievo, di una dissensate e fresca fetta di cocomero, passi prima allo sportello bancomat per un prelievo sostanzioso.
A Modena per una fetta di anguria consumata sul posto il costo è di solo… 5 euro! Considerando che una porzione pesa mediamente 300 grammi l’incasso per la vendita di un intero cocomero supera abbondantemente i 50 euro! Ciò però che mi scandalizza ancor più del costo del frutto sono le reazioni per tali prezzi di molti dei miei concittadini: “Cosa pretendi, la qualità si paga!”
Penso in onestà che in questa città grassa, e addormentata sia sia perso la misura delle cose.
Una città molto ricca, grazie ad una imprenditoria diffusa, in cui molti si possono permettere il lusso di spendere senza l’assillo dei prezzi.
Cittadini che vedo sempre più simili alla regina Maria Antonietta e le sue brioche per il popolo (se non hanno più pane che mangino brioche).
La frequentazione di certi mercatini cittadini è ormai privilegio dei borghesotti di città. Ma vorrei evidenziare che questa non è la sola realtà. Ci sono tanti modenesi che hanno stipendi che non superano i 1.500 euro al mese, dalle commesse, gli insegnati sempre più precari, impiegati e tanti pensionati che arrivano a fine mese a fatica.
I prezzi tutti sono fuori controllo a partire proprio della frutta e della verdura. Beni alimentari che non possono diventare un lusso per pochi. Come prevedibile dopo l’impennata dello scorso anno, i costi dei beni alimentari non sono tornati quelli di prima, sebbene il prezzo dei carburanti così come delle materie prime sia tornato, in molti casi, quello di prima della guerra in Ucraina. Anche nella grande distribuzione, in quelle catene dove loro sono come te, il carrello della spesa è aumentato del 50%; e non accenna a diminuire, altro che i dati dell’inflazione ufficiale!
C’è una città che corre a due velocità, o meglio una corre e l’atra arretra. Quella degli imprenditori e di molti esercenti che fanno grandi affari anche appunto approfittando del caro costi (non tutti ovviamente). Diverse attività con partite Iva hanno una grande fetta dei loro introiti in nero. Li vedo solo io? In centro in parecchi ristoranti o bar lo scontrino è un miraggio, o ancora peggio. A me è capitato in diverse occasioni che mi sia stato consegnato un pre-scontrino (di cui mi sono accorto in seguito) del tutto simile a quello vero pur non essendolo. E non mi si venga a dire che devo denunciare! Il senso civico dei cittadini dovrebbe imporre loro di richiedere lo scontrino ma chi ha la responsabilità dei controlli? Credo siano situazioni ampiamente tollerate perché rappresentano un bel bacino di voti per chiunque amministri.
Questa città, solidale più a parole che nei fatti, inclusiva alla stessa maniera, green con la Tesla da 50.000 euro in giardino, ha perso completamente la capacità d'essere reattiva, vigile, vera.
Lettera Firmata
Redazione Pressa
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