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'Venerdì pomeriggio, presso la casa circondariale di Modena, ho avuto il piacere e l’onore di assistere ad uno spettacolo teatrale dove coesistevano attori professionisti e attori appartenenti alla popolazione ristretta, una realta’ diffusa in otto istituti di detenzione in Emilia Romagna e che si colloca all’interno dei progetti teatrali nella Casa Circondariale di Modena e nella Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia. I progetti si avvalgono della collaborazione tra Comune di Modena e Teatro dei Venti, in collaborazione con Emilia-Romagna teatro ERT /Teatro Nazionale con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione di Modena, nell’ambito di un Piano nazionale di riqualificazione delle attività trattamentali sostenuto da attori istituzionali e del territorio. Il tutto all'interno di un ambiente teatrale riqualificato attraverso l’opera dei detenuti che si sono adoperati in lavori di sgombero dei detriti e tinteggiature anche ripetute a causa di alcuni imprevisti.
Tutto questo è possibile grazie all’attività di un presidio culturale che opera all’interno dell’ Istituto, che si avvale dell’impegno del personale dell’Area Trattamentale e di Polizia Penitenziaria.
Il valore trasformativo del teatro consente senz’altro di vivere altre vite, ma richiede anche impegno e studio, cura, memoria, dedizione al ruolo assegnato e ha per le persone ristrette comportato rinuncia ad ore di aria, a colloqui, tutto per creare bellezza e provare.
Al di là della produzione artistica e della ideazione di progetti che con il sostegno di fondi europei vedranno dal 2023 anche la possibilità di una azione professionalizzante dei detenuti attraverso percorsi di formazione, ad esempio per tecnici luci ed audio, macchinisti, scenografi e tirocinii di accompagnamento al lavoro nei Teatri del Territorio regionale, l’emozione che in me ha evocato assistere a questa rappresentazione è nata dal vedere fornire a chi ha avuto una vita forse distrutta e distruttiva, l’opportunità di vivere attraverso il teatro grandi momenti di libertà ma anche di disciplina, momenti in cui diventa possibile elaborare nuovi stili di vita intravedendo, come ha molto opportunamente osservato la Direttrice dell’Istituto, da un luogo di crepe come il carcere uno spiraglio di luce accecante per potere intraprendere un cammino finalmente costruttivo.
Non sta a noi giudicare queste persone, alle strutture di detenzione deve tra le altre cose competere la valenza di riabilitazione, il pregio di fare intravedere loro che esiste la possibilità di riscatto e di riscrivere la propria storia da li in avanti, e credo questo, come l'lfabetizzazione e l’istruzione ove sia richiesta, oltre alla formazione professionale (nella nostra casa circondariale sono in essere percorsi di formazione ad es nel campo della ristorazione, dell’edilizia ), sia uno strumento eccellente per provarci'
Barbara Moretti - Consigliere Comunale Lega Modena
Redazione Pressa
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