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Gentile direttore,
Sembra che Modena non stia bene se non smantella secoli di spiritualità, cultura, identità cittadina.
La paventata proposta di vendita del complesso francescano del Murazzo a un'associazione che si occupa di migranti è l'ennesimo episodio di un programma di demolizione che, stando anche alla vicenda di San Pietro, si sta portando avanti con sistematica lucidità e poco scalfibile determinazione.
Per fortuna viene dato in questi giorni un po' di spazio pubblico al complesso dei Frati Minori attraverso banchetti (che mi auguro si moltiplichino nelle settimane a venire) e l'interessamento del dottor Giovanardi, cosa che purtroppo non è avvenuta per l'abbazia benedettina, liquidata in quattro e quattr'otto dopo la venuta dell'abate per la Messa di commiato.
Tutto pianificato, semplicemente un po' posticipato rispetto a quanto minacciato originariamente, in parte per questioni burocratiche, in parte con la speranza e l'intento di edulcorare la pillola amara da somministrare ai fedeli.
Perché si sa, in Italia si è maestri nel trovare quegli escamotage volti a portare la gente all'oblio di fatti eclatanti, sfruttando il fatto che il popolo italiano è allergico alla memoria lunga.
Ed è buffo constatare il modo con cui si è presentata la laicizzazione dell'area abbaziale di San Pietro, siglata presso il Ministero dei Beni Culturali: un 'favore' che il Governo, avallato da amministratori locali che hanno latitato in tutti questi mesi di lotta, ma che erano in prima fila a firmare davanti al Ministro, fa alla popolazione modenese.
Con altrettanta celerità si è deciso di commemorare il caro Dom Gregorio attraverso l'intitolazione di una zona della città: tutto puntualmente all'indomani della cacciata definitiva dei suoi confratelli. E anche per questo la popolazione dovrebbe ringraziare.
Il riconoscimento postumo dei meriti di individui, gruppi o congregazioni non serve a niente.
Le prese di posizione devono essere chiare, determinate, corali quando si presenta il problema. Lo dico soprattutto a una cittadinanza che sembra abbia ricevuto un'iniezione di anestesia e, laddove c'è qualcuno a conoscenza di tali questioni, o non ne percepisce la gravità perché è saldamente ancorato al suo micro-mondo, o adotta la logica tutta italiana dell'io speriamo che me la cavo, con l'inconsistente speranza che le cose si sistemino prima o poi, ma non si capisce chi le debba sistemare.
I primi a non approvare tutto questo sarebbero Dom Gregorio e San Francesco d'Assisi, che hanno costruito, non distrutto.
Con molto rammarico, le porgo un cordiale saluto
Piergiorgio Ghezzani
Redazione Pressa
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