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A proposito dell'articolo pubblicato questa mattina dal vostro giornale (qui) sulla nuova sede da 210mila euro in 6 anni che l'Ordine degli ingegneri di Modena vuole realizzare in spazi Unimore, vorrei avanzare qualche considerazione.
La vicinanza con l’Università non mi sembra abbia portato benefici organizzativi al nostro Ordine, semmai ad una sudditanza psicologica che stravolge i principii della libera professione.
E’ evidente che la parola “libera” genera in qualcuno una sorta di antipatia, per cui vengono introdotti vincoli e controlli che ne stravolgono l’originaria impostazione camuffati da falsa efficienza.
Lo strumento della cosiddetta “specializzazione” ha di fatto tolto e sovvertito le potenzialità della professione complicandola inutilmente e dando a figure minori un potere che toglie lavoro alla figura dell’ingegnere: certificazioni energetiche, acustiche, catasto, Ctu, impiantistica, stime.
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La progettazione sismica che doveva essere un modo per mettere ordine alle competenze è diventata un guazzabuglio soggetto a controlli spesso maniacali addirittura a posteriori, che tolgono di fatto l’indipendenza alla figura dell’ingegnere mantenendone ugualmente le responsabilità e aggiungendo costi non ripagati da una maggior sicurezza.
Non parliamo poi del famoso e demenziale 110 che stravolge il potere del tecnico per darlo ad una figura come il “general contractor” composto spesso da figure di basso livello senza professionalità al limite della truffa e dove il professionista non ha nessun strumento di difesa valido e preventivo se non il buon senso.
Bisogna dare atto che il “libero” professionista singolo deve trovare quella giusta collocazione che si confà al grado di complessità dei processi, ma d’altro canto tale complessità non è tale quando diventa complicazione a causa della inefficienza pubblica nell’uso degli strumenti informatici inadeguati e pochissimo impostati verso l’utente.
Oramai per una semplice e banale costruzione occorrono 10-12 professionisti dove la figura dell’ingegnere si confonde invece di essere la figura principale trainante del processo produttivo sovvertendo il giusto corretto ordinamento gerarchico-organizzativo.
Pertanto, poiché l’inglobamento dell’ordine dentro la facoltà di ingegneria, nei fatti non ha portato nessun beneficio alla figura dell’ingegnere professionista è ora che si recuperi l’indipendenza, anche fisica da una struttura pubblica che annulla di fatto la figura del “libero” professionista.
La commistione tra pubblico e privato o si risolve su di un piano quantomeno paritario o i legami vanno sciolti poiché gli obbiettivi non sono gli stessi. La mentalità pubblica non si confà alla libera professione poiché il “libero” professionista non deve diventare un pubblico dipendente e il pubblico dipendente non deve diventare un libero professionista.
Modena è piena di strutture che potrebbero diventare la sede dell’ordine e migliorare la logistica e i servizi agli iscritti. Tenuto conto della cifra a disposizione non si vede quale sia la ragione per “donarla” all’università per avere indietro cosa?
Quali sono i vantaggi reali di questa vicinanza?
E’ chiaro che fino a che verrà permesso ai pubblici dipendenti di essere iscritti all’albo come il libero professionista c’è una situazione incompatibile in termini di voto. Cosa risolta in altri albi. Che contributo hanno dato gli ingegneri pubblici dipendenti al capitale a disposizione dell’ordine?
Sembra quasi una espropriazione senza corrispettivo.
Se vogliamo fare beneficienza le possibilità sono tante e comunque non essendo l’Ordine un ente il cui scopo è la beneficienza, la somma a disposizione in cassa può e deve essere destinata proprio alla difesa e miglioramento della professione (Avvocati, corsi, convegni, pubblicità senza spese per gli iscritti, studi locali...).
E comunque il rapporto con l’Università non ha bisogno della presenza fisica dell’Ordine “dentro”; Confindustria, Cna… dialogano anche “fuori”. Occorre allora creare un gruppo di studio che si occupi del recupero della libera professione e dell’immagine del libero professionista.
Un iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena
Redazione Pressa
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