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Gentile direttore,
sarà perché è Natale, ma a me la Schlein fa molta tenerezza: un agnellino in un recinto di lupi.
Prima strumentalizzata da Bonaccini per vincere le regionali del 2020.
Poi, quando Bonaccini stava per 'usarla' di nuovo per dare una parvenza di competizione alla sua (di Bonaccini) elezione a segretario del Pd, 'usata' dal gruppo dirigente nazionale del Pd per evitare l'elezione a segretario di Bonaccini stesso: con Bonaccini del vecchio gruppo dirigente non sarebbe rimasto nessuno.
Tra l'altro, si mormora che anche una nutrita schiera di 'truppe cammellate' del centrodestra si sia recato ai gazebo per votare Schlein e scongiurare il pericolo Bonaccini. Però, con tutto il rispetto per Schlein, mi pare evidente il gap programmatico e culturale con segretari che l'hanno preceduta.
Quando parla pare una scolara che ripete la lezione appena imparata a scuola dal vecchio gruppo dirigente rimasto invariato.
Ed infatti i sondaggi inchiodano il Pd al solito 20% dello zoccolo duro: zoccolo duro che voterebbe Pd anche se il segretario fosse il sottoscritto.
Visto che il destino della Schlein è segnato (se non si fa il botto subito non lo si fa più), per il bene di sé stessa e dell'Italia tutta, inviterei Schlein dimettersi, non solo da segretario, ma proprio dal Pd.
Entri nel gruppo misto e maturi politicamente: casomai le potenzialità ci sono tutte.
Eviti di far la fine di uno Zingaretti qualsiasi, senza neanche essere passata per la presidenza di una regione. È l'Italia intera che ha bisogno di un'opposizione forte e con un programma definito e realizzabile: non solo il popolo della sinistra.
Buon Natale ad Elly.
Buon Natale a tutti.
Cordialmente,
Roberto Malavasi - Albareto
Redazione Pressa
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