Promesse fiscali, si balla sul Titanic

Ci sono due principali rami di spesa statale, quella minima, per ordine, giustizia e difesa, e quella per lo Stato Sociale

Sotto elezioni è una gara a chi promette di più, lusinghe in cambio di voti, assunzioni con investimenti attinti dal pozzo di San Patrizio, nessuno che si guardi bene dal ricordare l'ammontare del debito pubblico, come se non comportasse il probabile naufragio delle prossime generazioni. Eppure l'iceberg di debiti è lì, una massa di 2.256 miliardi di euro sulla nostra rotta di collisione, uno scontro procastinato sine die: intanto l'anno scorso ci è toccato di pagare gli interessi, ben 47 miliardi, e ci è andata pure bene, sì, perché grazie all'EU gli interessi sul debito sono calati negli ultimi anni. Dalla fine della prima repubblica, fino al 2005, le spese per gli interessi sul debito pubblico sono ammontate a circa 100 mld (miliardi) l'anno, ben 1.700 mld, pari al PIL di un intero anno: solo dal 2010 al 2013 ci è costato 318 mld, mentre ora viaggia dai 70 ai 47 mld l'anno. La legge dell'economia spicciola recita che ' chi spende più di quanto incassa, si indebita ', e lo Stato lo ha fatto allegramente almeno fino all'ultimo governo Andreotti. Ci sono due principali rami di spesa statale, quella Minima, per ordine, giustizia e difesa, e quella per lo Stato Sociale, istruzione e salute le voci principali, mentre le pensioni sono un capitolo a parte.
L'esplosione del Sociale sommata agli interessi sul debito accumulato ha portato il rapporto debito/PIL dal 98% del 1991 al 132% del 2016. Nonostante l'aumento esponenziale della tassazione il debito pubblico è aumentato alla media di 150 - 200 milioni di euro al Giorno, con punte di 230 milioni al dì nel 2011: attualmente siamo nell'ordine dei 105 milioni al giorno. Come pensano di abbassare il peso di questa palla al piede del nostro paese, come sperano di abbassare tasse, incentivare il lavoro, aiutare la povertà incipiente di milioni di cittadini? Le proposte sono molteplici, spesso allettanti, delle quali però non è certa la copertura finanziaria, sembra la Corte dei Miracoli.. Ma le cifre, centinaia di miliardi, sono pesanti, e servono sforzi notevoli per affrontarle, mentre il vanto di un movimento che rivendica di aver rinunciato, restituito e donato, nel corso della legislatura, 80 milioni non può che far sorridere: servono piani e progetti ben più strutturali per rialzare il paese e bisogna che ce lo dicano francamente, prima di andare al voto, non può essere ancora un gioco d'azzardo!
Massimo Guerrini

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