Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Gentile redazione, apprendiamo in questi giorni che la percentuale di raccolta differenziata nel comune di Modena è aumentata grazie al porta a porta per la carta e per la plastica. Ne siamo soddisfatti, anche se lo strumento visto da fuori sembra poco efficace ed efficiente, evidentemente non è così. Dobbiamo abituarci forse a vedere le strade piene in qualunque momento di sacchetti di ogni genere e colore, forse non sarà sempre così e se anche lo fosse il risultato comunque vale il sacrificio. Mi permetto tuttavia alcune riflessioni.
Io ho sempre fatto la raccolta differerenziata, anche prima del porta a porta. Ora cambia per me la tempistica, e per tanti altri nel quartiere che vedevo fare come me.
Prima, conferivo alle isole ecologiche sulla strada i rifiuti di plastica, carta e vetro ogni 2 o 3 giorni, così come buttavo il biologico ogni giorno o due e conferivo piccoli sacchetti indifferenziati con mozziconi di sigaretta, fazzoletti, salvsalip ed assorbenti o carte alimentari di pesce e carne non appena prodotto il rifiuto. Ora, se nulla cambia per vetro e organico, devo attendere i giorni dei calendari di raccolta per carta e plastica, e devo abituarmi a non buttare indifferenziato spesso perché presto, ogni volta che userò la carta smeraldo, mi saranno fatturati 30 litri. Allora altro che 280 euro di tari, chissà quanto andrei a pagare. E che volume di rifiuti da differenziare e non, che odori, tutto a mio carico a casa mia.
Per non parlare delle strade, in cui si vede di tutto, sempre con gli stessi odori di prima, cosa che non dipende certo da Hera, ma dalla inciviltà degli abitanti, siamo d' accordo. Però il sistema è complesso. Ci sono anziani, stranieri, usobforesteria e studenti, affittuari che pagano a forfait ai proprietari le spese aggiuntive, attività commerciali di vicinato, condomini e villette, viali e strade chiuse, e si fa di ogni erba un fascio. Si mandano spazzini di quartiere a pulire spot e si ignorano le segnalazioni puntuali.
In più, mi è capitato lavorando da casa, di vedere come avviene la raccolta in vie piccole come la mia, dove non passano due macchine insieme.
Arriva un piccolo mezzo semiaperto con pressa in cui un operatore che cammina per la via butta i sacchi a mano. Il materiale viene compresso, ma soprattutto quando sono sacchi di plastica enormi, si aprono e tutto vola fuori. Con tanti sacchi non riesce nemmeno a finire la via e lascia lì, forse torna dopo aver scaricato chissà dove. E a volte raccoglie materiali aperti e sacchi diversi oltre a sacchi chiusi, quindi come si fanno poi i controlli sulle utenze e come si raggiungono gli obiettivi numerici di cui sopra? Non sembra coerente e plausibile.
Alla fine rimane a terra qualcosa, magari perché la gente mette fuori plastica il giorno dela carta e viceversa. O li mette dopo il passaggio e restano lì, quello lo spazzino di quartiere non lo guarda anche se segnali più volte.
E rimane la sensazione che tocchi sempre a noi abbozzare, almeno per chi credeva di far bene e forse ancora crede di fare bene, che non si sognerebbe mai di lasciare cose a terra o di mettere indifferenziato tra gli sfalci o il vetro, e che se ha ingombranti va in stazione ecologica.
E che le persone che non facevano bene prima non lo facciano nemmeno ora, senza che poi ci siano controlli efficaci e qualcosa cambi.
Ma i numeri mi danno torto, certamente sbaglio.
SM
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>