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Caro Direttore,
evidentemente rimane un’equivoco di fondo: nella fase acutissima della pandemia e sul presupposto che non esistessero cure ma solo Tachipirina e vigile attesa si è fatto uno strappo alle regole e si è permesso, considerata l’emergenza, l’uso di farmaci ad RNA (Pfizer Moderna) e altri vaccini. I rapporti rischi benefici per le singole persone e per le fasce di età sono valutati momento per momento e solo e solamente nel 2023 si uscirà dalla sperimentazione per una approvazione o meno ragionata e su basi concrete.
Tanto è vero che i foglietti illustrativi delle aziende vengono sempre aggiornati: si è aggiunto il rischio di miocardite per i giovani, si è ribadito che il soggetto completamente vaccinato può infettarsi ed infettare (col vantaggio di avere una malattia più blanda) si è confermato che non ci sono al momento dati attendibili sui rischi a distanza dei farmaci genomici.
Mentre i media e alcuni governi spingono per una vaccinazione di massa senza se e senza ma la stesse case farmaceutiche si tirano fuori da ogni responsabilità e così pure i governi che pretendono la tua firma di accettazione. Ma se tutto il popolo e i media ghettizzano chi liberamente rifiuta il siero salvifico chi sono quei terrapiattisti che impediscono l’approvazione definitiva sin da ora e invece s’aspetta sino al 2023? Rimangono poi alcuni dubbi scientifici di fondo: Germania ed Inghilterra sconsigliano il vaccino ai minori di 16 anni, in Italia si caldeggia. Una scuola scientifica (per esempio Burioni e i produttori di vaccini) affermano che le varianti sparirebbero vaccinando tutti. Un'altra scuola scientifica altrettanto valida afferma (Montagnier, Raoult e anche illustri infettivologi italiani) che vaccinare in corso di pandemia produce varianti sempre più resistenti in un circolo vizioso sempre più accelerato.
Molti medici (e io fra questi) ritengono che ora in piena estate con gli ospedali vuoti e un virus indebolito sia il momento buono, specialmente per i giovani, di abbracciarsi e contaminarsi ottenendo una immunità naturale molto più efficace e meno rischiosa del vaccino (fermo restando ottima cosa che i nonni e le persone fragili siano vaccinati e che tutti i pazienti affetti da Covid siano visitati e trattati sin dai primi sintomi e non abbandonati a loro stessi).
Tornando al presente e avendo fatto la scelta personale di curarmi se infettato con terapie sperimentali (che abbattono a loro volta ospedalizzazione e mortalità) scegliendo fra farmaci noti: invermectina, idrossiclorochina, antinfiammatori, aziotromicina, cortisone, eparina, anticorpi monoclonali, mi troverò fra breve sospeso dalla professione medica non potendo più soccorrere a pieno titolo traumatizzati infartuati e aimè malati di Covid nei loro domicili.
Daniele Giovanardi - ex primario Pronto soccorso Modena
Redazione Pressa
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