Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Egregio Direttore, caro Giuseppe,
siccome vengo citato spesso nella vicenda dell’area edificabile di Via Morane, voglio segnalarti che la sto seguendo con interesse. Ho così notato che negli atti che vengono citati e riprodotti dall’articolista che, il 6 ottobre 2017, ha redatto la nota “Caso-Vaciglio, la penale? Sarebbe di 730mila euro e non di 12 milioni” questi incorre in un evidente errore.
La nota “fotografa” la clausola penale per la parte privata che, se non adempie a quanto si è impegnato a fare, perde l’acconto. La clausola penale è una clausola contrattuale. Nei giorni scorsi, invece, l’Amministrazione comunale e i mezzi d’informazione hanno a lungo parlato della somma alla quale sarebbe esposta l’Amministrazione comunale nel caso in cui, dopo avere assunto l’impegno, revocasse la propria decisione.
In questo caso la parte privata ha diritto al risarcimento del danno che è soggetto ad una disciplina giuridica diversa, trattandosi di responsabilità extracontrattuale.
L’equivoco è evidente. Secondo me questo dibattito, opportuno e significativo di una volontà diffusa di saperne di più, deve essere attento al rigore interpretativo nella lettura degli atti, sempre difficile e appesantita da ineludibili tecnicismi.
Penso che Tu coglierai, come è già avvenuto in passato, il senso costruttivo della mia osservazione. Cordialmente
Giorgio Pighi
RISPOSTA
Gentile avvocato, grazie innanzitutto del suo intervento. Nel silenzio che regna in casa Pd (clamoroso nessuno dica nulla sull'opportunità del fatto che il partito di Renzi sia socio al 60% a livello nazionale in una società che vede presente il modenese Dino Piacentini, ex editore di Prima Pagina, che, proprio mentre creava questa società col Pd, dichiarava fallimento a Modena lasciando un mare di debiti) il suo commento è una eccezione positiva.
Fatta questa premessa (che suona lo so, un po' come il Delenda Carthago di Catone, ma se lo faceva Catone se lo può permettere anche La Pressa) nel caso-Vaciglio concordo sulla distinzione che lei fa tra clausola contrattuale ed extracontrattuale. Nell'articolo de La Pressa però viene citato l'unico documento che abbiamo rintracciato (e che oggi viene ripreso anche dalla Gazzetta di Modena con lo stesso identico taglio, anche se questo non significa ovviamente nulla. Anzi...). Il punto è che, al momento, non c'è traccia di presunti indennizzi citati dal sindaco Muzzarelli e dal Pd di Poggi e Bortolamasi (amici ritrovati sul caso-Vaciglio dopo gli attacchi del secondo contro il primo) in nessuno dei documenti ufficiali relativi alla vicenda. Insomma, quello in cui vengono riportati i 730mila euro (che, certo, il Comune dovrà restituire ai privati nel caso in cui abbandoni il piano), è per ora l'unico atto che fa un po' di chiarezza sulle somme che il Comune potrebbe esser costretto a versare se non venisse approvato il piano edilizio. In ogni caso il danno da responsabilità extracontrattuale a cui fa riferimento dovrebbe essere riconosciuto da un giudice e non deciso dal sindaco stesso a priori. Pensavamo e pensiamo fosse opportuno darne conto.
Abuso infine della sua disponibilità: lei per caso è in grado di fornire qualche carta che permetta di fare luce nero su bianco sull'origine misteriosa dei 12 milioni citati dal sindaco Muzzarelli (20-30 milioni per Poggi e Bortolamasi)? Sarebbe un contributo utilissimo. Grazie mille della sua osservazione e della sua consueta disponibilità.
A presto, con stima
Giuseppe Leonelli