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Bebe Vio è d'oro: lacrime di gioia: 'Ad aprile ho rischiato di morire'
La Pressa
'Il grave infortuno che ho avuto, che è anche il motivo per cui non ho partecipato alle gare di sciabola, è un'infezione da stafilococco al braccio sinistro'
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Dopo cinque anni dal trionfo di Rio, Bebe Vio è medaglia d’oro anche ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 nella sua specialità, il fioretto individuale femminile categoria B. La schermitrice veneta ha sconfitto 15-9 in finale sulla pedana della Hall B del Makuhari Messe la cinese Jingjing Zhou. Ad assistere al match dagli spalti la sottosegretaria allo Sport del Governo italiano, Valentina Vezzali e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli. Presente al palazzetto anche la famiglia di Bebe, che al momento della vittoria è esplosa in una festosa esultanza, tra grida di gioia, applausi e lacrime di commozione.
'Il grave infortuno che ho avuto, che è anche il motivo per cui non ho partecipato alle gare di sciabola, è un’infezione da stafilococco al braccio sinistro che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane e morte entro poco. Sono felice, hai capito perché ho pianto così tanto?'. Ha detto Bebe Vio dopo la vittoria. 'Sono stata operata a inizio aprile e ho rimesso la protesi da scherma due mesi fa. L’ortopedico ha fatto un miracolo, si chiama anche Accetta tra l’altro… è stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro'.
Redazione Pressa
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