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L'ultima pagina di una storia lunga dieci anni, fatta di emozioni, incredibili successi e delusioni, si è chiusa oggi, a pochi giorni dall'ultima sconfitta che ha tolto ogni speranza di evitare la retrocessione in serie C. L'imprenditore alla guida del marchio Gaudì e patron biancorosso Stefano Bonacini, ha chiuso ufficialmente stamattina, insieme ai suoi due soci Roberto Marani e Claudio Caliumi, la sua avventura alla Presidenza e nella proprietà della società.
E lo fa con l'amaro in bocca, non certo per i risultati sportivi che per definizione hanno alti e bassi, gioie e dolori (è come essere stato in un luna park, tipo Disneyland), ma nei confronti della città, dell'ambiente Carpi. 'Lasciamo una società sana, la città non ha assecondato e condiviso il nostro progetto”.
E su questo punto, e sulle 'voci' rispetto alla gestione economica della società, prosegue: “La città ha perso una grandissima occasione con la Serie A e la Serie B. Negli ultimi tempi ne ho sentite troppe. Accetto le critiche su centravanti, portieri o altre scelte tecniche sbagliate. Ma quando sento dire che noi soci abbiamo usufruito di risorse del Carpi non lo accetto. Chi dice che senza Giuntoli non abbiamo fatto nulla, ricordo che abbiamo fatto 38 punti in Serie A e raggiunto una finale play-off di B. Abbiamo lasciato nelle casse del Carpi tutti i ricavi, dal paracadute alla famigerata cessione di Lasagna. Avremo anche fatto degli errori ma non accetto sentire dire che ci siamo arricchiti alle spalle del Carpi. Non ci siamo mai distribuiti un utile, dalle plusvalenze al paracadute. Queste voci ci hanno fatto disamorare”.
Comunque quella degli 11 anni di Carpi, per Bonacini è stata 'una favola'. Iniziata in D nel 2009, passata per la realizzazione del sogno della serie A arrivato nella stagione 2015 e 2016. Seguito dalla serie B e terminato con la matematica ed inappellabile retrocessione in serie C. Dove la squadra sarà iscritta, in attesa di acquirenti
“Mi auguro che il Carpi trovi una proprietà nuova che investa in stadio, centri sportivi, che faccia risultati. A questa Società ho voluto bene e dispiace lasciare il campo davanti a certe infamate. Quest’anno purtroppo è andata male, ma non possiamo farci sentir dare dei delinquenti dopo 11 anni così. Evidentemente non si è mai costruito un rapporto, io non voglio tappeti rossi ma non di essere additato come una persona che lucra alle spalle del Carpi. E’ stata comunque un’esperienza fantastica, ho conosciuto un mondo che forse non avrei mai potuto conoscere. Ci siamo fatti apprezzare in tutta Italia tranne che in questa città. Questa è la verità, ma non c’è problema e togliamo il disturbo”.
“E’ giunto il momento che altri imprenditori della città si prendano questa eredità. Auguro a chi verrà di fare quello che abbiamo fatto noi. Noi abbiamo preso il Carpi in D e lo lasciamo in C, per cui il bilancio è positivo. Abbiamo fatto 11 anni di luna park, siamo stati a Disneyland”.