Esonero Petrella, così il Modena volley sconfessa se stesso
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Esonero Petrella, così il Modena volley sconfessa se stesso

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Non si può vincere sempre, tuttavia, una soluzione di continuità, se si vuol restare ad alto livello è necessaria


Esonero Petrella, così il Modena volley sconfessa se stesso
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Il Modena Volley sconfessa se stesso. Il progetto triennale a guida Francesco Petrella è già storia e adesso tocca ad Alberto Giuliani fare in modo che la stagione 2023-24 non sia del tutto funesta.
E' sotto agli occhi di tutti però che, giocoforza, occorre già guardare al post olimpiade, cioè alla stagione 2024-25 e che forma darle e soprattutto con chi.
L'impressione è che la proprietà Gabana-Storci, navighi a vista, dopo un primo anno sull'onda lunga di Catia Pedrini che comunque ha portato una Cev Cup e una ventata di ingiustificato ottimismo.

La gestione del rinnovo di Giani, poi messo alla porta senza troppi complimenti, e il tanto sbandierato progetto “giovane” rinnegato dopo nemmeno un anno mettono in luce una sorta di approssimazione in quello che dovrebbe essere un progetto tecnico.

Il Modena Volley, per il blasone che ha, è la Juventus della pallavolo italiana, eppure, negli ultimi anni è una squadra che cambia e “brucia” giocatori, oltre a essere oramai nella triste fama di mangia-allenatori (dal 2016, anno dell'ultimo scudetto, se ne sono alternati sei). Il rischio è che se non si cambia rotta è che la squadra diventi anche mangia-tifosi in primis (e nonostante tutto Modena ha la media più alta di spettatori di tutta la Superlega) oltre che mangia-sponsor (perchè  a nessuno piace essere associati a una squadra perdente) e mangia-proprietari, perché con questi risultati la tenuta dei nervi di chi ha i cordoni della borsa  fa la differenza.
Un dato che emerge è che però squadre con budget più ristretti, come Monza, Milano e Verona, squadre che hanno letteralmente passeggiato negli ultimi scontri diretti con Modena, stanno riuscendo a fare meglio.

Petrella paga per tutti, come dicono alcuni gruppi di tifosi, però, tra l'ex allenatore e la proprietà (che non ha brillato per presenza nei momenti di difficoltà, con le assenze pesanti sugli spalti sia di Giulia Gabana, sia dei fratelli Storci), c'è quella terra di mezzo fatta di direttori generali e sportivi, che sono coloro che plasmano la squadra a inizio stagione. I nomi sulla stampa non si fanno, ma sui gruppi Facebook sì, oltre al fatto che la stessa ex presidente, in una lunga intervista a un'emittente locale alla fine della stagione scorsa, ha fatto nomi e cognomi di chi ha fatto e sta facendo il bello e il cattivo tempo nei piani alti della squadra più blasonata d'Italia. Alberto Casadei è direttore sportivo dalla scorsa stagione e a lui è sempre toccato l'ingrato compito di confermare i progetti (già era accaduto con Giani) per poi essere smentito da chi sta più in alto. Dal 2013 la direzione generale e sportiva è stata affidata ad Andrea Sartoretti, e se nulla si può dire sui risultati ottenuti (uno scudetto nel 2016, due coppe italia nel 2015 e 2016, tre supercoppe 2015, 2016 e 2018 e la coppa Cev lo scorso anno) qualche critica sulla gestione dei giocatori e degli allenatori occorrerebbe farla. Modena è una piazza esigente e d'accordo che non si può vincere sempre, tuttavia, una soluzione di continuità, se si vuol restare ad alto livello è necessaria.
Stefano Bonacorsi

Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi

Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono ..   Continua >>


 

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