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Un lunghissimo applauso della folla, accompagnato dal coro 'E se tira Sinisa è gol' insieme a fumogeni celesti, bianchi e rossi e una sciarpata dei tifosi biancocelesti e blucerchiati. È stato accolto così il feretro di Sinisa Mihajlovic al termine della cerimonia funebre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di piazza della Repubblica, a Roma, celebrata dall'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi.
Accompagnata dai familiari, la bara è stata adagiata sul carro dove ha ricevuto l'ultimo bacio della moglie Arianna e dei figli, dopo essere sfilata davanti alle numerose corone di fiori presenti all'esterno della chiesa: tra le altre ci sono quelle di Fifa, Uefa, Ultras Lazio, delle sue ex squadre Sampdoria, Lazio, Milan, Inter, Bologna e Roma, della famiglia Inzaghi, dei Comuni di Bologna e di Roma.
Dietro la salma di Sinisa, spentosi la scorsa settimana a 53 anni dopo anni di lotta contro la leucemia, ci sono tanti dei compagni e amici che sono stati al suo fianco durante la sua lunga carriera: presenti alla funzione tra gli altri il ct della Nazionale, Roberto Mancini, l'ex compagno Vincenzo Montella, Angelo Di Livio, Dejan Stankovic, Vladimir Jugovic. A portare l'ultimo saluto anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina, l'ex presidente della Samp, Massimo Ferrero, il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, così come Luca Cordero di Montezemolo, Gianluigi Donnarumma, Gianluca Vacchi e Paolo Brosio.
Anche il Consiglio comunale di Bologna ha ricordato l'ex allenatore del Bologna Calcio Mihajlovic. In apertura di seduta, la presidente dell'assemblea Maria Caterina Manca ha ripercorso il rapporto tra l'ex calciatore e allenatore serbo e il capoluogo emiliano, sottolineando che, 'dal momento in cui gli è stata diagnosticata la malattia, il rapporto tra Mihajlovic e la città si è trasformato, e tutta la città si è stretta intorno al suo allenatore'.
Una delle cose 'che ci ha maggiormente colpiti è stato quando, in conferenza stampa, ha detto di sentirsi figlio di Bologna, e noi ci crediamo', ha aggiunto Manca, che non manca poi di ricordare quando, il 18 novembre 2021, Mihajlovic 'ha ricevuto, in quest'aula, la cittadinanza onoraria di Bologna, un riconoscimento a un grande sportivo non per meriti sportivi, ma umani'.
La presidente del Consiglio comunale ha citato proprio il discorso dell'allora allenatore rossoblu in quella circostanza, quando disse che 'nella vita ci sono due cittadinanze, una è sana e una è la malattia. Può capitare a tutti di dover usare il secondo passaporto e a chi deve esibirlo dico 'non vergognatevi, è un momento della vita, va vissuto anche quello, si vive nonostante i problemi e, proprio nella malattia, si imparano le cose essenziali della vita: la famiglia, gli affetti, gli amici''. In conclusione, Manca ha espresso 'le più sentite condoglianze e vicinanza alla famiglia' a nome del Consiglio comunale, che ha poi reso omaggio a Mihajlovic con un minuto di silenzio.