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Dodicesima posizione in campionato, 46 punti raccolti (ben 15 in meno della passata stagione); ultima posizione nella fase a gironi di Europa League; eliminazione agli ottavi di finale della coppa Italia a favore del Cesena. Dopo una stagione esaltante e storica per la società di Squinzi, ne arriva una apparentemente anonima e di ordinaria amministrazione. La principale causa di questo calo è sicuramente legata all'infinita serie di infortuni che ha colpito la giovane squadra guidata da Di Francesco.
Quelli che nella scorsa annata sono stati elementi cardine sono venuti a meno nei momenti fondamentali: basti pensare a Domenico Berardi, rimasto ai box per circa metà stagione, ma anche a capitan Magnanelli e uomini di spessore quali Simone Missiroli, Gregoire Defrel ed Alfred Duncan. Senza aggrapparsi a scuse, anche se oggettivamente accettabili, Eusebio Di Francesco e il suo staff hanno cercato di portare avanti il grande progetto tecnico che ha permesso al Sassuolo di raggiungere risultati storici come la qualificazione europea.
Un progetto fondato sulla cultura del lavoro, sull'umiltà, ma allo stesso tempo sulla ricerca di un calcio propositivo e divertente. Società e staff tecnico hanno dettato gli schemi su cui puntare, sia in termini di gioco, sia a livello di strategie di lavoro e di mercato. Giocatori giovani e italiani, possibilmente provenienti dal proprio settore giovanile: questo il diktat societario, che sta diventando un modello anche per altre società. L'obiettivo è quello di raggiungere obiettivi importanti attraverso un mix di talento ed esperienza, con l'ambizione di poter fornire materiale pregiato alla nazionale italiana. Un esempio lampante è quello di Lorenzo Pellegrini, che è entrato con forza nel giro della nazionale maggiore e che partirà per l'europeo under 21 al servizio di Di Biagio.
I tifosi neroverdi, dunque, nonostante un campionato non di prima fascia, possono ritenersi soddisfatti in quanto gli addetti ai lavori credono fortemente nel progetto e lo fanno con grande ambizione.
'Champions League nel giro di pochi anni' è uno dei messaggi lanciati dal presidente che dimostra di voler investire molto nel club al fine di potersi misurare nelle massime competizioni e sui più elevati palcoscenici.
Eusebio Di Francesco, da quando siede sulla panchina del Sassuolo, ha costruito un gioco spumeggiante ed estetico, basato sulle dinamiche offensive, in quanto 'gli attaccanti sono i primi difensori'. Gli automatismi di gioco dettati dal tecnico sono stati assimilati e hanno permesso alla squadra di essere apprezzata e temuta anche dalle migliori squadre. Un esempio è il pubblico apprezzamento di Maurizio Sarri che considera il Sassuolo un avversario temibile ed insidioso, capace di mettere in difficoltà qualunque difesa.
Durante questa stagione il difetto tecnico che si è potuto notare è stato il cambiamento tattico forzato dall'assenza di Berardi, ma anche dalla cessioni di Nicola Sansone e Sime Vrsaljko, (forse non adeguatamente rimpiazzate). L'impronta tattica del tecnico pescarese è stata fondata sui movimenti offensivi degli esterni di attacco che giocando a piede invertito avevano il compito di accentrarsi per lasciare libere le corsie laterali per l'inserimento dei terzini o dei centrocampisti. Complice questa impossibilità, sono stati schierati come esterni offensivi calciatori con caratteristiche diverse, come Politano, Ragusa, Ricci e Defrel.
Nonostante alcune defezioni ed un piazzamento finale di centro classifica, il Sassuolo ripartirà nella prossima stagione con la stessa filosofia per proseguire il progetto e tornare nelle posizioni alte del campionato.
Nella foto: Berardi e Defrel in Torino-Sassuolo
Gabriele Trombetta