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Sono appena terminate le festività pasquali e quest’anno sono trascorse in modo a dir poco diverso dal solito. Sicuramente in casa, spesso con la famiglia, a volte completamente soli (vi invidiamo tutti sappiatelo!), con un sole splendente, pronto a ricordarci il primo assioma della Legge di Murphy. C’è stato anche chi però, come me ad esempio, ha trascorso la Pasqua lavorando, cercando di portare a casa dei propri clienti un pasto caldo, preparato con passione ed amore, ma cercando anche di portare a casa qualche soldo per poter andare avanti e mantenere un’occupazione per sé e per i dipendenti.
Non nascondiamoci dietro un dito, il bilancio è quello che è. Cerchiamo di barcamenarci come possiamo per rimanere a galla, ma, per quanto si spinga sul servizio a domicilio, non si raggiungono minimamente i coperti consueti e i mancati introiti non saranno recuperabili in alcun modo.
Nonostante l’assenza degli incassi, tasse, orpelli, utenze rimangono pressoché invariati e ci si aspetta da noi che accendiamo un prestito per far fronte ai problemi, ma come sostenerlo nel prossimo futuro? Con cosa ripagarlo?
Inutile abbattersi, l’unica cosa da fare è rialzarsi, combattere e cercare di cambiare prospettiva. Una rivoluzione nel modo di fare ristorazione a questo punto è inevitabile. Personalmente credo che si andrà verso un tipo di servizio sempre più ristretto, modulare e personalizzato. Ghost kitchens, home restaurants, coworking labs prenderanno terreno, essendo attività più snelle e maneggevoli da gestire, ed i ristoranti tradizionali continueranno il trend di riduzione dei coperti e della segmentazione degli spazi, in un’ottica di riduzione dei costi. La flessibilità sarà un valore ancora più importante, in grado di decretare la riuscita o il fallimento di un’attività. Sarà fondamentale, però, la politica di sostegno alle attività che verrà messa in campo dal Governo: in primo luogo è necessaria una forte sburocratizzazione e un’accelerazione nella concessione di permessi e licenze, unitamente a sgravi fiscali e contributivi.
Non ci resta che rimanere in attesa, chi sopravvivrà vedrà.
Volpe Giulia