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'Sotto gli slogan “bene comune, salvaguardia del territorio, Formigine green” il PD Formigine confeziona oltre 2 milioni di metri cubi di concessioni estrattive, solo nella prima fase, che inevitabilmente deturperanno ulteriormente un territorio già tormentato da decenni con troppa leggerezza, tramite concessioni pianificate da tempo dalle già note imprese/cooperative (Inerti Pederzona e La Modenese, coop. CILSEA), guidate dai medesimi personaggi (Rossano Gianferrari e Guglielmo Degli Esposti), aziende spesso anche proprietarie delle aree e che risultano attive anche in altre cave della Provincia'. Così in una nota anche il Movimento 5 Stelle di Formigine interviene sulle nuove attività estrattive varate dalla giunta.
'Nel 2015 il nostro gruppo consiliare rilevando che i terreni di cava sono altamente redditizi, che i cavatori pagavano meno di artigiani ed agricoltori, considerando che le tasse dovrebbero essere un fondamentale strumento di equità nella distribuzione dei contributi alla comunità, tentò in ogni modo di sollecitare il sindaco Maria Costi affinché a fronte di un’azione così impattante, il corrispettivo da versare da parte dei cavatori fosse decisamente più equo - affermano i 5 Stelle -. Presentammo anche una Mozione in merito, si chiedeva al sindaco ed alla giunta di adottare per l’anno 2015 ogni opportuno e dovuto provvedimento – ivi compresa, se necessaria, l’eventuale modifica del Regolamento comunale per la disciplina dell’Imposta Unica Comunale (IUC) – affinché le aree destinate alle attività estrattive nel territorio comunale di Formigine fossero oggetto di applicazione IMU con la riconducibilità alla fattispecie delle “aree edificabili ai fini fiscali”, dal momento dell’inserimento nella pianificazione delle attività estrattive fino al collaudo con esito positivo dei recuperi-ripristini e affinché la tassazione fosse applicata retroattivamente, se e fin dove possibile secondo le disposizioni di legge.
Purtroppo il Pd bocciò la Mozione e negli anni successivi visto l’epilogo a cui stiamo assistendo, è chiaro che non si è intervenuti per niente nemmeno sul PAE (Piano delle Attività Estrattive) in quella direzione'.
'I cittadini oggi non ci stanno e fanno sentire la loro voce – spiega il Capogruppo del MoVimento 5 stelle Formigine avvocato Saverio Iacoi – oltre all’aggressione del territorio, il Comune percepirà una miseria di 90 centesimi per ogni metro cubo scavato. Ricordando al sindaco che il territorio va salvaguardato e non martoriato, le domande che oggi tutti si pongono sono: perché non richiedere un importo ben più congruo ai cavatori ovvero almeno 3€ a metro cubo? Quali garanzie avrà l’amministrazione, ma soprattutto i cittadini formiginesi, sull’effettivo ripristino di 450.000 mq di terreno a 12 mt di profondità come terreno agricolo, in particolare a pascolo, come riferito dall’assessore Pagliani? Essendo necessaria l’approvazione di un piano di coordinamento, all’interno del quale sono previste le fasi di escavazione A, B e C, era possibile ipotizzare di tassare in modo più vantaggioso per il Comune tale aree? Altra questione che fatichiamo a comprendere – conclude Iacoi – è perché se nell’ultimo mandato del sindaco Richeldi si giunse a chiedere ai cavatori 1,03 euro a metro cubo, perché oggi si svende ancora di più il nostro territorio per miseri 90 cent al metro?'