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Il Comitato Modena Salute e Ambiente, uno dei protagonisti della opposizione al raddoppio dell’inceneritore, ha realizzato per la Pressa un dossier dettagliato che fotografa attraverso le cifre diffuse dal gestore stesso (Hera) la situazione dell’impianto modenese che brucia ogni anno oltre 200mila tonnellate di rifiuti. Un quadro che contribuisce al dibattito sul tema-rifiuti, sulle sue ricadute ambientali ed economiche, e che racconta di come Modena sia diventata negli anni uno dei poli dell’incenerimento in Italia.
Pubblicheremo il dossier in più puntate, il mercoledì e il venerdì. Siamo giunti oggi alla dodicesima puntata.
Si tratta, come già detto, un resoconto effettuato da una delle parti in causa (anche se i dati sono diffusi direttamente da Hera e quindi non smentibili), ovviamente qualora Hera o altri soggetti interessati volessero replicare, La Pressa ospiterà ogni intervento.
PER ORA HERA NON HA VOLUTO COMMENTARE
Le ricerche su inceneritore di Modena e salute. Citeremo: 1-La ricerca prescritta dalla VIA, 2-L’intervento dell’Ordine dei Medici di Modena, 3-La ricerca del Registro Tumori di Modena, 4-Il progetto Moniter, 5-La ricerca “Progetto AIA” della Ausl di Modena.
N.1-La ricerca prescritta dalla VIA
Questa indagine è parte del processo autorizzativo. Come parte del processo autorizzativo supponiamo che la ricerca abbia pure una certa “possibilità di veto” sia pure indiretto e a posteriori rispetto alla autorizzazione, nel caso di evidenze avverse alla salute pubblica, anche se nella VIA non viene specificato cosa fare e chi deve fare nel, malaugurato, caso di eccesso di problemi.
2005 25 maggio La Provincia di Modena con la approvazione del PPGR accetta, tra l’altro, la proposta di ricerca prescritta dalla VIA il 15-10-2014 in termini di Salute Pubblica.
In particolare prende atto che per avere un responso “tempestivo” sull’eventuale impatto negativo delle emissioni si indagherà sulla eventuale presenza di eccessi di bimbi malformati alla nascita e/o aborti spontanei dal 2003 al 2011, nelle aree previste... Lo scopo delle date 2003-2011 è avere dati 4 anni prima e 4 anni dopo l’avvio, ipotizzato per il 2007, della 4° linea e fare gli opportuni confronti. Come prescritto dalla VIA viene quindi avviata la ricerca epidemiologica e a cadenza periodica, circa annuale, vengono resi pubblici i risultati a quel momento, di solito in commissioni di quartiere o di Consiglio Comunale o simili. Incaricata della ricerca è l’Università di Modena che ne incarica il Prof. Marco Vinceti, lo stesso autore del SIA. Citeremo soprattutto l’ultima ricerca in nostro possesso, che raggruppa tutti gli anni dal 2003 al 2010, presentata in Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Modena in data 1 marzo 2012.
La relazione intera sono 37 immagini, per amor di sintesi citeremo solo una parte. A richiesta la versione integrale. Ci saranno alcuni “prelievi” di immagini, ben evidenziati, dalle precedenti presentazioni per completare i dati.
2006- 21 giugno Esce la prima ricerca relativa agli anni 2003-2004.
2012- 1 marzo In Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Modena esce l’ultima ricerca di cui siamo a conoscenza, relativa agli anni dal 2003 al 2010. Ecco i due frontespizi delle due presentazioni, date a parte, sostanzialmente identici.
Per completare le prescrizioni della VIA manca un solo anno, il 2011, ma non sappiamo se sia stato presentato e/o reso pubblico. Da notare comunque che l’inceneritore è partito a regime a rifiuti solo il 30 aprile 2010, 3 anni dopo le previsioni della VIA, per cui l’ obiettivo di avere 4 anni di dati dopo il raddoppio, ipotizzato nella Via nel 2007, si avrà non prima dell’ Aprile 2014. Quindi questa la ricerca relativa al 2003-2010 contiene solo 8 mesi di funzionamento del raddoppio. La soluzione sarebbe far prolungare la ricerca di qualche anno, appunto fino al 2014. Non sappiamo se la ricerca si stata effettivamente prolungata e/o presentata in pubblico.
Non è certo competenza del Ricercatore, ma la popolazione non andava informata, almeno per dovere morale, di essere sotto “sorveglianza epidemiologica”?
- Ritroviamo il concetto che “sotto il limite di legge” non significa automaticamente innocuo. Forse ora anche i raddoppiatori ne prenderanno finalmente atto.
- C’è un nuovo concetto non considerato fin d’ora nelle fasi progettuali : il mix casuale degli inquinanti durante la combustione può amplificarne l’effetto negativo ben oltre la semplice “somma” degli effetti dei componenti base.
- Abbiamo già visto cosa vuol dire essere “tempestivi” e a rischio di chi, in questa indagine.
Le già viste 2 aree di esposizione scelte per la ricerca.
Aree di indagine (esposizione) usata per i casi dal 2003 al 2005.
Area di esposizione per casi dal 2006 in poi. Notare all’interno i riquadri colorati con alcuni dati demografici relativi alle aree. Possiamo immaginare le esigenze tecniche di tale variazione, ma da parte dei residenti questo variare di essere fuori o dentro l’area esposta non è comunque piacevole.
La stessa area precedente proposta dal Relatore completata con distanze concentriche, ogni cerchio +500 metri sul raggio e corredata da dati demografici per ogni settore.I dati demografici di questa immagine, e la precedente, ci danno indicazioni sul numero di nuovi nati compresi nelle varie ipotesi di aree impattate viste in precedenza: (notare la necessaria somma dei settori concentrici per ottenere il totale):
4485 nuovi nati per il raggio di 4 km proposto nel SIA.
366 nuovi nati per il raggio di 2km proposto dalla VIA (- 92% nati su 4km).
283 nuovi nati per l’area definitiva adottata dal 2006 (-94% nati su 4km).
Si veda anche la puntata dedicata alle aree di indagine.
Le precedenti e seguenti tabelle sono state illustrate dal Ricercatore in Commissione Ambiente del Consiglio Comunale del 1-03-2012 in seduta pubblica. Eravamo presenti e nessuno degli Assessori e/o Consiglieri presenti ha battuto ciglio sulla opportunità o meno di tali temi di indagine.
I (terribili) temi dell’indagine.
Questa tabella indica il numero di donne coinvolte nella indagine, residenti e lavoratrici di età compresa tra 15 e 49 anni. Di tutte le presentazioni questa del 2006 è l’unica con i numeri delle donne esposte nelle due aree A e B, a diverso grado di esposizione.
Si tratta di circa 1200 donne monitorate e qui proprio non abbiamo parole.
Questi sono i risultati della indagine in forma statistica. Già nel titolo stesso delle diapositive la sintetica crudezza del linguaggio dei ricercatori da ancora di più il senso di pesante situazione di vita imposta a tante persone.
Non dimenticando mai che dietro a ogni numero/percentuale citati ci sono persone e famiglie.
Queste sono le conclusioni divise per tipologia di indagine
Carta tematica del Comune di Modena, i colori tendenti al rosso indicano una percentuale più alta.
Domanda per i decisori politici: è giusto far vivere delle persone in questo modo? Nella civilissima Modena, come anche in ogni altro posto al mondo?
Queste sono la conclusioni generali del Ricercatore e a distanza di anni le CONCLUSIONI sono praticamente le stesse. Qui finisce, per ora (*), il percorso autorizzativo con : i risultati ottenuti non suggeriscono il verificarsi di effetti nocivi sulla salute...
(*) non sappiamo se è stata prolungata fino al 2011 come da prescrizione VIA, oppure portata fino al 2014 per analizzare 4 anni dopo il raddoppio.
Notare come la conclusione venga intesa dalla Politica come un “via libera” all’incenerimento, raddoppiato o no. Tutto bene quindi? Sembra di si, specie per i decisori politici. Invece a rimescolare le carte, dopo le Conclusioni, nella stessa relazione arrivano queste RIFLESSIONI del Ricercatore stesso sui rischi sanitari dell’incenerimento, che sembrano rimettere in discussione tutto.
In particolare la assenza del “rischio zero” per gli inceneritori.
Invece, sulla salute, la Politica si è fermata al 15-10-2004 quando la VIA ha espresso valutazione “Positiva”. Fin che non si modifica quel “Positiva” niente altro interessa alla politica, e soprattutto niente altro la ferma. Anche il risultato della ricerca stessa: “…i risultati ottenuti non suggeriscono il verificarsi di effetti nocivi sulla salute…” viene sempre letto sempre in chiave assolutoria dalla Politica.Il tema dei rapporti tra Scienza e Politica è estremamente delicato, soprattutto in situazioni non “nette e radicali” in cui l’una o l’altra delle parti abbiano un certo grado di discrezionalità. Il tema non è certo nuovo e nemmeno esclusivo di Modena, però pensiamo che esuli dal tema del presente scritto. Tuttavia alcune indicazioni in merito all’uso della eventuale discrezionalità ci sembra di leggerle nel comunicato dell’Ordine dei Medici di Modena del 13-06-2006, sotto uno stralcio.
e Ordine dei Medici di Ravenna del 20-11-2006, sotto uno stralcio, entrambi fortemente critici verso gli inceneritori.
Quello che però ribadiamo sono i “peccati originali” a monte di questa ricerca:
- Anzitutto, viste le patologie da indagare, per motivi sociali e civili questa ricerca non doveva nemmeno essere presa in considerazione dai decisori politici e ovviamente bloccare il raddoppio.
- Chi la fa fare vuol mettere tutto su un piano quantitativo, e quindi per forza di cose ipotizzando un numero, non comunicato, di danni “tollerabili” a un dato numero di persone (con tutte le incertezze e le diatribe tra esperti del caso), al di sopra del quale l’inceneritore si ferma, se no intanto si brucia. Una politica coerente, secondo noi, in presenza di rischio danni superiore a zero, come citato anche dal Ricercatore stesso, si porta su un piano qualitativo e blocca tutto per un ripensamento generale, magari informando e condividendo realmente le scelte con la cittadinanza.
Comitato Modena Salute Ambiente