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Oggi, 17 gennaio, si festeggia Sant'Antonio Abate.
Antonio visse nella prima metà del lV secolo nel deserto Egiziano. A 20 anni lascia i suoi beni alla sorella per seguire il Signore. Alla scuola di un anziano Monaco impara l'arte della lotta spirituale.
Nel deserto le sue giornate trascorrono nel lavoro e nella preghiera. All'inizio la sua vita è serena, ma presto inizia per lui un tempo di crisi e di prove.
La solitudine, nella quale vive il santo, lo aiuta ad amare Dio e ad avere compassione per ogni uomo. La gente del villaggio vicino al suo eremo, ammirati lo chiamano 'Amico di Dio' e lo amano come fratello. Dopo anni di preghiera e di lotta contro il male, il Santo lascia la solitudine per aiutare e compatire ogni umana sofferenza. Antonio si curva sulla miseria e sulle malattie degli uomini, offre parole di consolazione e di speranza a chi è afflitto.
Inoltre il Santo consiglia, conforta, riconcilia chi è in lite.
Molti allora vogliono imitare le sue virtù e così 'il deserto diviene una città'. Antonio non si preoccupa di indottrinare i discepoli, ma piuttosto insegna loro come ascoltare la voce di Dio nel silenzio del deserto. L'ascesi evangelica, insegnata da Antonio, libera dallo scoraggiamento e aiuta a trovare gioia e pace. La sua fama si diffonde sempre più e molti lo vogliono incontrare.
Antonio, ormai anziano ritorna alla solitudine, alla comunione con Dio e si reca in un luogo più isolato, si prepara alla morte che avviene nel 356 dopo breve malattia.
A Sant'Antonio è legata la benedizione degli animali, dei maiali in particolare, la tradizione è nata nel Medioevo quando era uso che ogni villaggio mantenesse un maiale, destinato all'ospedale, dove svolgevano il loro servizio i monaci di Sant'Antonio.
Sant'Antonio Abate è patrono degli eremiti, dei monaci e degli animali domestici.
Buon onomastico a chi si chiama Antonio.
Redazione Pressa
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