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E se un esercito dell'Islam si formasse contro Israele?

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E l'Europa? Che confina con la Turchia e si ritrova un teatro di guerra dall'altra parte del Mediterraneo, che fa?


E se un esercito dell'Islam si formasse contro Israele?
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Tra lo scontro televisivo organizzato da Vespa tra i probabili e futuri leaders della politica italiana (Matteo Salvini e Matteo Renzi) e spettacoli piuttosto “trash” di diversa natura, la mia attenzione è stata catturata dal quotidiano inglese Sunday Express, articolazione del più celebre Daily Express fondato nel 1900 da Arthur Pearson. È una testata d’orientamento conservatore ed euroscettico ed un amico mi ha postato un articolo per farmi capire quali potrebbero essere gli sviluppi dell’attuale crisi. L’articolo porta la data del 27 marzo 2018 e il titolo mi ha fatto sobbalzare dalla poltrona: “Terza Guerra Mondiale: Erdogan chiede all'esercito islamico di attaccare Israele da ogni lato”. Ecco il testo che merita una certa attenzione.

Meno di un mese fa, il quotidiano “Yeni Şafak”, portavoce dello Stato turco, pubblicava un articolo sottoscritto dal presidente Erdogan intitolato 'Un appello per un'azione urgente'.

Nella versione web del medesimo, il titolo era: 'E se un esercito dell’Islam si formasse contro Israele?'

L’articolo invitava i 57 Stati membri dell'Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) a formare un esercito congiunto per attaccare simultaneamente Israele su ogni lato. Questa le tesi: 'Se gli stati membri dell'OIC si uniscono militarmente, formeranno l’esercito più grande e completo del mondo. Il numero di soldati attivi sarebbe almeno 5.206.100, mentre il budget della difesa raggiungerebbe circa 175 miliardi di dollari'.

L’articolo era accompagnato da una mappa interattiva che prevedeva la formazione di forze militari per un attacco musulmano congiunto a Israele e forniva ulteriori dettagli del piano, dicendo: “Si prevede che 250.000 soldati parteciperanno alla prima di una possibile operazione. Saranno utilizzate le basi terrestri, aeree e navali degli Stati membri situati nelle regioni più critiche. Altre, quelle comuni, saranno costruite in tempi stretti.

… È possibile che 500 carri armati e veicoli corazzati, 100 aerei e 500 elicotteri d’attacco e 50 navi possano mobilitarsi rapidamente.'

Erdogan non ha smentito la proposta di questo articolo e, in diverse occasioni. ha affermato che la sua intenzione sarebbe quella di far risorgere l'Impero Ottomano.

Quindi, un alleato della NATO e richiedente d’entrare nella Comunità Europea, suggerisce ad altri Stati stranieri a carattere teocratico che questo è il momento per attaccare Israele, altro partner della NATO e principale alleato degli Stati Uniti nel quadrante medio orientale.

Il presidente della Turchia ha stabilito basi militari in Qatar e Somalia e recentemente ha raggiunto un accordo con il Sudan per acquisire un’isola sudanese nel Mar Rosso da utilizzare esclusivamente quale base militare ed oggi, con le sue truppe che stanno invadendo la Siria, sappiamo che le tenui proteste e minacce di sanzioni dell’Europa non hanno fermato i suoi carri armati.

Ora, gli Stati Uniti paiono aver compreso il pericolo di un’escalation e il Presidente Donald Trump ha firmato ieri sera le sanzioni economiche contro la Turchia ed Erdogan s’incontrerà con il vicepresidente americano Mike Pence. E l’Europa? Che confina con la Turchia e si ritrova un teatro di guerra dall’altra parte del Mediterraneo, che fa?

Massimo Carpegna


Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>


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