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Mi spiace, ma non sono molto d'accordo con la parte della dichiarazione di Gentiloni che giudica motivata la reazione americana in Siria, e non parte di una escalation. Capisco che ci sono di mezzo armi di sterminio e crimini di guerra.
Capisco che c'è un fronte euroatlantico da non rompere. Ma resto perplesso.
Viceversa, condivido molto quando dice che la strada deve essere quella dei negoziati: non ce n'è un'altra. Infatti, secondo me il rischio di escalation -Dio non voglia- quando si dà la parola alle armi, c'è sempre. Sono il primo a dire che di fronte a certe stragi (non solo quando scatta l'emotività del gas e dei bambini, però: tutte le stragi) non possiamo stare fermi. Ma sparare missili non è la soluzione.
Sappiamo da anni che in Siria si svolge l'ennesimo capitolo della guerra civile arabo-musulmana, cioè che ci sono fior di paesi (anche 'amici' dell'Occidente e degli USA) che sono accusati di aiutare l'ISIS o di destabilizzare la regione per propri obiettivi, o di aver fatto davvero poco per fermare il traffico di armi e il passaggio di miliziani verso la Siria (tra questi, la Turchia, che è membro NATO). Insomma, di armi economiche e diplomatiche verso questi paesi perché smettano di operare per la destabilizzazione, ne abbiamo diverse. Proviamo a usare quelle, davvero, invece dei Tomahawk?
Giuseppe Boschini - consigliere regionale Pd. Su facebook
E sempre su facebook Andrea Galli di Forza Italia è dello stesso avviso:
Gli Usa da sempre attaccano e distruggono i loro nemici non sufficientemente armati. Se Saddam e Gheddafi avessero avuto missili nucleari forse sarebbero ancora al loro posto. E le loro Nazioni non sarebbero state distrutte....
Bombardare un Paese sovrano, in piena solitudine senza neppure uno straccio di mandato Onu, e', senza dubbio, un atto di pirateria internazionale...