Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Gentile direttore,
ho letto con attenzione l'articolo di Massimo Carpegna sulla mobilitazione cittadina di venerdi 11 contro l'intervento militare turco e delle milizie jhiadiste nella regione siriana del Rojava, controllata attualmente dalle milizie curde del YPG, ramo siriano del PKK.
L'articolista lamentava l'assenza del centro destra in un 'iniziativa che ,a suo avviso, avrebbe dovuto essere bipartisan, anche per lanciare un messaggio di solidarietà alla popolazione curda e siriana.
Fermo restando l'apprezzamento per ogni appello volto ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sul dramma siriano, ritengo sia necessario puntualizzare alcune cose, senza pretendere minimamente di rappresentare quel centrodestra chiamato in causa da Carpegna ma semplicemente esprimendo l'opinione che mi sono fatta seguendo le vicende siriane su varie fonti.
La guerra in Siria dura ormai dal 2011, anche se per fortuna sembra che siamo giunti alle tappe finali.
Il disegno dei nemici della Siria, provocare la divisione dello Stato Arabo in più enclavi, su base etnica o confessionale, é fallito.
La Turchia ha svolto un ruolo fondamentale nella destabilizzazione della Siria, dai confini turchi passò la prima grande ondata di mercenari jhiadisti nel 2011 che iniziarono gli attacchi contro l'Esercito Siriano e contro la popolazione civile, nel silenzio totale dell'Europa.
Le sigle che sono scese in piazza venerdi, Pd in primis, hanno appoggiato dall'inizio la rivolta anti Assad, simpatizzando per le formazioni jhiadiste impropriamente definite 'ribelli moderati'. La foto di Bersani su un palco a Piacenza, con lo sfondo della bandiera siriana a 3 stelle, usata dal Free Syrian Army, testimonia una presa di posizione chiara e netta contro il regime di Assad; quella stessa bandiera é cucita sulle mimetiche delle formazioni che hanno attaccato in questi giorni le milizie curde, facendo da avanguardia alle truppe turche.
Ritengo che serva un'operazione Verità su questa vicenda che é anche una cartina di tornasole delle grandi scelte che l'Italia dovrà fare, se vuole restare una nazione sovrana.
Chi ha cuore la pace in Siria dovrebbe, a mio modestissimo parere, dire chiaramente che l'unico governo legittimo é quello del Presidente Assad e che il preservamento dell'integrità territoriale della Siria é condizione necessaria per fermare definitivamente le ostilità,oltre alla partenza di tutti gli eserciti presenti abusivamente sul territorio siriano,partendo ovviamente dalle truppe turche.
E' notizia di pochi giorni fa il dispiegamento delle truppe regolari siriane nella regione controllata fino adesso dalle milizie curde, su richiesta proprio del Ypg curdo, per contenere l'avanzata turca e delle milizie jhiadiste, che hanno compiuto efferate esecuzioni tra la popolazione civile, cosi come capita da 8 anni con le varie sigle del terrore, Isis, Al Nousra/Al Quaeda e tante altre, purtroppo. Questa é l'ulteriore riprova che, solo ristabilendo il controllo del governo siriano su tutto il territorio, si può arrivare alla fine delle ostilità; le truppe siriane sono state accolte dalla popolazione in festa, sono immagini belle e commoventi che tetimoniano l'incredibile forza di un popolo che non si é fatto piegare da un'invasione di più di 250.000 mercenari tagliagola, invasione che dura da 8 anni e a cui é giunto il momento di porre la parola fine.
Solo allora i curdi potranno ottenere l'autonomia già promessa dal governo di Damasco, solo allora la nazione siriana potrà riprendere quel cammino verso il ritorno alla normalità, solo allora ogni confessione religiosa potrà ritornare ad essere professata liberamente, cosi come é tradizione della Repubblica Araba Siriana.
Su queste basi io sono disposta a mobilitarmi al fianco di chiunque, mentre ritengo che prese di posizione generiche ed appelli all'Ue o ad altri organismi internazionali, senza citare minimamente il primo e legittimo attore del conflitto siriano, siano inutili ed anzi controproducenti, in quanto basate su narrazioni parziali e fuorvianti che non prendono atto della realtà attuale del conflitto.
Ringrazio per l'attenzione
Beatrice De Maio - consigliere comunale Lega