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Una “mobilitazione parziale” per “difendere la patria, la sua sovranità, la sua integrità territoriale e la sicurezza dei suoi cittadini” è stata annunciata dal presidente della Russia, Vladimir Putin, durante un intervento trasmesso in diretta televisiva. In riferimento al conflitto armato in corso in Ucraina, il capo di Stato ha aggiunto: “Se l’integrità territoriale del nostro Paese sarà minacciata, useremo qualsiasi mezzo necessario per difendere la Russia e il suo popolo; questo non è un bluff. L'Occidente è andato ben oltre i limiti dell'aggressione alla Russia. Sono loro a ricattarci sull'uso delle armi atomiche. Io all'Occidente dico: abbiamo tanissime armi con cui rispondere. E useremo ogni risorsa per difendere il nostro popolo”.
In pratica fino a 300mila riservisti potranno essere coinvolti dalla “mobilitazione parziale”: lo ha riferito il ministro della Difesa Sergey Shoigu, in un’intervista trasmessa in televisione.
Il dirigente ha confermato le parole del capo dello Stato, secondo le quali a contribuire alle operazioni belliche saranno chiamati solo coloro che hanno già esperienza militare. Saranno i capi delle diverse regioni a dover assicurare l'arruolamento nella quantità e nei tempi stabiliti dal ministero della Difesa.
Dall’Unione europea alla Nato, i leader europei hanno condannato la possibilità che nelle regioni ucraine occupate dalla Russia si svolgano referendum per l’annessione alla Federazione. “I referendum di Putin in Ucraina per annettere i territori occupati con le armi sono un insulto alla democrazia e alle Nazioni Unite”, ha scritto in un tweet il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, commentando l’annuncio delle autorità filorusse del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia di tenere consultazioni pubbliche tra il 23 e il 27 settembre per l’annessione alla Russia.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato su Twitter che “questa è un’ulteriore escalation nella guerra di Putin” e che “la comunità internazionale deve condannare questa palese violazione del diritto internazionale e rafforzare il sostegno all’Ucraina.” Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha respinto “questi falsi referendum” che “non possono essere accettati”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato le sue intenzioni di voler parlare con Putin nei prossimi giorni, descrivendo i referendum come una “cinica provocazione” che non avrà conseguenze legali, perché “l’intero processo è una farsa“.
Redazione Pressa
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