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Era il 10 ottobre 2014 quando la conferenza delle assemblee regionali approvava un ordine del giorno che prevedeva un contributo di solidarietà temporaneo a carico degli ex consiglieri regionali: un modo per sanare la non reatroattività della legge che abolito i vitalizi. Il problema è che solo la metà delle Regioni italiane ha obbedito a quell'ordine del giorno che prevedeva tagli del 6 per cento per vitalizi sotto i 1.500 euro e del 15 per cento per gli importi superiori ai seimila euro. E tra queste regioni virtuose non c'è l'Emilia Romagna del presidente Stefano Bonaccini, leader pure della Conferenza Regioni, che più volte ha predicato sobrietà e del parlamentare Matteo Richetti, portavoce di Renzi, che in proprio in questi mesi sta promuovendo la legge per l'abolizione totale dei vitalizi per i parlamentari. Ci sono nell'elenco delle Regioni virtuose, stilato pochi giorni fa da Repubblica, Lombardia, Friuli, Marche, Lazio, Piemonte, Toscana, Trentino, Val d'Aosta, Veneto e Puglia.
Ma non l'Emilia Romagna.
Eppure, come denunciarono pochi mesi fa i grillini, per i 35 ex consiglieri che tra poco matureranno il diritto a ricevere il vitalizio, la Regione Emilia Romagna affronta una spesa di 25 milioni di euro a fronte di appena 3,3 milioni di euro accantonati dagli ex consiglieri stessi.
Redazione Pressa
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