Dopo 38 anni, “ci apprestiamo a celebrare un anniversario diverso. Un nuovo processo si è aperto a marzo, e c’è una nuova inchiesta, quella sui mandanti, in corso. Siamo vicini a una svolta: basta depistaggi, serve sapere tutta la verità”.
Lo afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che domani parteciperà alla Giornata in memoria delle vittime di tutte le stragi, nel giorno in cui ricorre la strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
“Come ogni anno- afferma- provo un’angoscia profonda, che è la stessa di Bologna, dei bolognesi e di tutta la società regionale. Una strage tremenda, uno squarcio nella nostra storia, iscritta in una strategia che puntava a destabilizzare le istituzioni, l’intero Paese, con anni passati per arrivare alla condanna in via definitiva degli esecutori materiali, a causa di una serie continua di depistaggi e una complicata vicenda politica e giudiziaria”.
“Eppure- prosegue Bonaccini-in tanti non si sono piegati e hanno continuato a chiedere piena verità e giustizia: istituzioni, cittadini e, prima fra tutti, l’Associazione dei familiari delle vittime e il suo presidente Paolo Bolognesi a cui rinnovo tutta la mia solidarietà, vicinanza e riconoscenza”.
A marzo è iniziato il processo per concorso nella strage nei confronti dell’ex Nar Gilberto Cavallini, con l’accusa di aver fornito supporto logistico a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva come esecutori. Non solo: c’è un’inchiesta della Procura generale di Bologna sui mandanti. “Elementi nuovi, importanti- sottolinea Bonaccini- che confermano una volta di più quello che ormai è un dato storico, confermato da rivelazioni, fatti, sentenze: il nostro Paese è stato vittima di un progetto eversivo pericolosissimo e, al tempo stesso, sofisticato e intricato. Un disegno che, oltre a causare tanti morti innocenti, ha messo a rischio la stessa tenuta democratica delle istituzioni repubblicane.
Individuare i mandanti, accertare le responsabilità delle zone grigie, degli apparati che hanno ideato o si sono prestati a tale disegno, è ora il compito principale di chi continua a indagare per fare piena luce. Senza dimenticare il tema dei risarcimenti, che non può essere messo in secondo piano”.
Bonaccini ricorda l’impegno della Regione, in particolare dell’assessorato alla Cultura, in un importante progetto portato avanti insieme al Tribunale di Bologna e all’Archivio di Stato, con la collaborazione dell’Associazione dei familiari delle vittime e grazie ai volontari dell’Auser. “Mi riferisco- spiega il presidente- alla digitalizzazione degli atti dei processi sul terrorismo e sulle stragi prodotti dalla Corte d'Assise di Bologna: una mole di lavoro enorme, che è quasi completata. In autunno i documenti saranno pronti, e accessibili a studiosi e interessati”.
Per il presidente della Regione, tutto questo non ci deve però far dimenticare i volti, le storie delle 85 vittime e delle 200 persone la cui vita è stata irrimediabilmente segnata dalla strage. “Perché il 2 agosto torna, puntuale, con il suo carico di dolore, che è privato e collettivo al tempo stesso. Anni bui per la nostra democrazia, una ferita mai sanata, che torna a bruciare a ogni nuova tappa lungo la strada verso una verità che deve essere sancita, a ogni nuovo tentativo di depistaggio, a ogni mancato riconoscimento, a ogni promessa non mantenuta”. “Ma più forte- conclude Bonaccini- è la volontà di giustizia, il bisogno di verità: per questo ci ritroviamo ogni anno con chi è sopravvissuto, con i familiari di chi non c’è più, con le istituzioni, con tutti i cittadini. Insieme, per il 2 agosto”.