Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Sempre meno modenesi si spostano in bicicletta (meno 4,4% sul 2015, meno 5,6% sul 2014), ma in compenso non manca giorno che il Comune sponsorizzi qualche domenica ecologica o sigli qualche protocollo per incentivare il pedalare. E i paradossi non sono finiti: la stessa Fiab che tre settimane fa firmava con l’ex assessore Arletti l’ennesimo patto, oggi attacca il Comune stesso parlando di «assoluta ininfluenza degli interventi comunali nel settore della mobilità sostenibile. Manca una vera politica di promozione dell’uso della bicicletta, ridotta ormai alla costruzione di qualche ciclabile ‘creati va’ e alla sequela di ‘giornate’ che fanno notizia sui media ma non mutano i comportamenti reali delle persone». Così, appoggiata piano. Ma in fondo è così. La bici va bene per le foto di rito, per i momenti in tuta o addirittura in giacca e cravatta dove gli amministratori si danno di gomito (salvo alcuni, a partire da Pighi, che sulle due ruote ci vivono davvero.
.
.
).
Ma in generale quello che conta è l’auto (famose le multe di qualche anno fa a chi pedalava contromano in centro imposte da quel genio de ll ’ex comandante della Finanza Giordano). Quello che conta è la strada, o meglio, le nuove strade da costruire. Perchè quelle, anche per la Arletti, sono la priorità. Peccato perchè in bicicletta c’è quasi il tempo di respirare, di arrivare sul cavalcavia della Maserati e guardare dall’alto i bolidi ancora incartati con una certa supponenza, di sobbalzare senza mani sui ciottoli di piazza Grande, di passare sotto le fontane di piazza Roma indovinando il tempo e di arrivare fino a parco Amendola per ascoltare i discorsi dei vecchi pescatori. C’è tempo. Lo stesso tempo che ci si potrebbe concedere parlando con uno sconosciuto alla fermata, aspettando l’arrivo del bus. Tanto non c’è fretta, spesso, si arriva lo stesso. E poi adesso che il Comune ha aumentato del 25% il costo del biglietto si sale con più gusto. Si paga e si pensa a come l’amministrazione userà bene quei soldi per firmare un altro bel protocollo per promuovere l’uso di bici e bus. Per noi. Per tutti. Tutto, ovviamente, dolcemente sostenibile.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>