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Antimafia, Commissione a professionisti Modena: 'Arginate gli impresentabili'

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Morra: 'Questo significa non tacere e denunciare, quando vedi un tuo collega operare in maniera legalmente riprovevole'


Antimafia, Commissione a professionisti Modena: 'Arginate gli impresentabili'
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'Essere qui a Modena oggi significa dialogare con associazioni e professionisti, oltre che con studenti e istituzioni, nella speranza che quello che e' avvenuto faccia aprire gli occhi. Perche' troppe volte si e' fatto finta di non vedere. In alcuni casi, è possibile che non si sia visto per ingenuità, in altri casi potrebbe essere che non si sia visto perche' non si e' voluto vedere. Anche qui in Emilia'.
Parola del presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, oggi a Modena, dopo le visite nei giorni scorsi a Bologna e Reggio Emilia nell'ambito della missione istituzionale annunciata. Morra, con una delegazione di colleghi della commissione nazionale, incontra i rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni di categoria al dipartimento di Giurisprudenza Unimore, per discutere 'del ruolo di questi importanti corpi intermedi nella prevenzione e diffusione della cultura della legalita' sul territorio', è il refrain che risuona al complesso universitario San Geminiano, dove la vicenda del processo Aemilia viene citata qua e la' piu' volte.

'Dovremmo ricordare- scandisce Morra a margine dei lavori con riferimento anche al caso della 'ndrangheta al nord- quanto fissa l'articolo 2 della nostra Costituzione, che sostiene come per noi cittadini ci siano inderogabili doveri di solidarieta' politica, economica e sociale. Questo significa non tacere e denunciare, quando vedi un tuo collega operare in maniera legalmente riprovevole. Se questo non succede, per quanto non ci sia un coinvolgimento diretto, personale, si viene meno- evidenzia il presidente della commissione antimafia- ad un dovere sociale'.

Sugli anticorpi nel territorio, continua il presidente Antimafia targato M5s: 'Tutti i contesti hanno anticorpi, non ci sono realtà soltanto sane e realtà soltanto infette. Bisogna però lavorare per potenziare questi anticorpi, per moltiplicarli e renderli sempre piu' robusti. Io non sono onesto perche' me lo dico da solo, lo sono perche'- enfatizza Morra in generale- messo 100 volte alla prova dimostro di preferire alla tentazione della corruzione il rispetto delle norme e del bene comune'.

Con Morra, nel palco dell'aula magna Unimore ci sono i colleghi della commissione Stefania Ascari, Gianni Tonelli, Luca Migliorino e Giovanni Endrizzi.
È il presidente ad offrire diversi spunti in sala, ad esempio parlando della normativa sui beni confiscati: 'Noi siamo a Modena oggi, nell'Emilia-Romagna, e qui ci sono tanti che a fronte di offerte avanzate dall'Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati possono rispondere, e rispondono. Io vengo dalla Calabria, però, e vi possono garantire- continua Morra- che lì, in alcune zone, un bene confiscato o sequestrato rimane in capo all'ente locale di riferimento, che vede questa responsabilita' come una maledizione perche' si aggiungono costi importanti di manutenzione e gestione del bene, cui un Comune difficilmente puo' provvedere'. La sfida, allora, 'e' promuovere nei territori deboli, da questo punto di vista, la nascita di una cosiddetta economia sociale e civile, che potrebbe assumersi determinate responsabilita'. Ma se in questi territori le cooperative, quelle belle pero', che sia chiaro, non esistono, allora- sorride amaro il presidente della commissione antimafia- qualche problema ce l'abbiamo tutti'.

Lancio una provocazione positiva agli ordini professionali: come commissione nazionale abbiamo licenziato un codice di autoregolamentazione affinche' le candidature delle varie forze politiche siano non dico il meglio possibile, ma almeno non il peggio possibile. Abbiamo provato ad alzare l'asticella. E se dal mondo delle professioni provenisse un intervento simile affinche' al loro interno si producesse uno sforzo analogo?'. Ricevendo i professionisti, a Unimore Morra cita dunque il nuovo codice interno contro i candidati politici 'impresentabili', quello che ha fatto discutere in questi giorni, e sprona i professionisti. Tra questi ultimi, interviene in sala Giuliano Fusco, notaio e presidente del comitato unitario degli stessi professionisti modenesi: 'A Modena c'e' il tavolo della legalita', soprattutto dopo il processo Aemilia dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che il problema c'e', non si puo' fare finta di niente e dobbiamo assolutamente contrastarlo'.

La posizione del notaio, stringe Fusco, 'delicata, nella sua posizione si trova in uno snodo economico importante, societario e immobiliare. La categoria notarile e' quella che fa piu' segnalazioni, rispetto a quelle delle altre professioni: continuiamo su questa linea, devo dire che purtroppo il mafioso non si presenta piu' con coppola e lupara- conferma il presidente del comitato delle professioni- ma in giacca e cravatta, ricorrendo spesso a toni 'civili'. Cercheremo di aumentare l'attenzione sulla base dei nostri strumenti, la normativa antiriciclaggio ci aiuta e andrebbe estesa l'attivita' di controllo di provenienza del denaro'. Terminato l'incontro con gli ordini professionali, la commissione antimafia (presenti oltre a Morra i colleghi Stefania Ascari, Gianni Tonelli, Giovanni Endrizzi e Luca Migliorino) ha incontrato gli studenti del liceo Muratori San Carlo e degli istituti Paradisi e Levi di Vignola, per una sorta di 'scuola di antimafia'. Sul complesso tema mafie e professionisti deviati, Vincenzo Pacillo, direttore del dipartimento di Giurisprudenza Unimore, osserva: 'Partendo dal libro di Nino Amadore 'La zona grigia', con l'incontro di oggi evidenziamo il ruolo di formazione ed educazione alla legalita' che puo' e deve essere svolto dalle Universita' nel contrasto al fenomeno mafioso in questa zona grigia medesima'.

Redazione Pressa
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