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Il controllo rigidissimo all’ingresso, lo scrupolo con il quale venivano verificate le deleghe nel libro soci, la voglia di normalizzare i possibili voti contrari... Tutto questo dimostrava quanto per i vertici Cna quella del 12 luglio 2016 fosse una assemblea determinante. Si votata il bilancio 2015 di Cna servizi, la cassaforte Cna e a seguire si presentava il bilancio di Cna associazione. Lo scorso anno per la «Servizi» votarono in appena 40 soci (un bilancio chiuso in positivo di 34mila euro, nonostante il debito di 37 milioni, grazie all’escamo - tage dei crediti esigibili), ma quest’anno la sala Arcelli di via Malavolti era piena. La riunione è stata aperta dal presidente Cna servizi Cesare Galavotti e dal suo vice Umberto Venturi (presidente di Cna) e ad illustrare il bilancio - costruito con la Ernst & Young - ci ha pensato il neo-direttore Mauro Roncaglia.
E si è partiti proprio con la presentazione dei numeri. Confermate le sofferenze (Bper è l’istituto di credito più esposto e che ha di fatto imposto l’addio di Torreggiani e l’arrivo di Tosi), tanto che i conti si sono chiusi in negativo. Con i famosi crediti esigibili ridotti e con quelli inesigibili lievitati a 7,4 milioni di cui quasi 2 milioni persi. La perdita di esercizio dichiarata è stata di oltre 6,2 milioni. Una cifra compensata con riserve per circa 2 milioni e, soprattutto, per circa 4milioni, dalla rivalutazione degli immobili di proprietà di Cna (operazione resa possibile dalla legge di stabilità 2016). In questo modo il Bilancio si è chiuso in negativo, ma con una perdita di ‘solo’ 84mila euro. Insomma un bilancio reso «presentabile» per permetterne l’approvazione (il rischio come sottolineato sul nostro giornale dalla Cgil era quello del fallimento) e che è stato votato a larga maggioranza dai soci.
Un bilancio dal quale però ora dovrà nascere un piano industriale (ancora non è chiaro come si pensa di risanare il buco) che permetta di dare un futuro certo ai 650 dipendenti oggi in carico a Cna associazione, poco meno di 500 alla Servizi, (ridotti dopo il blocco del turn over) e per i quali la Cgil si è già detta pronta a co mbat tere (ricordiamo che a causa della mancanza di liquidità quest’anno è stata rateizzata la 14esima e sono stati annunciati 60 pensionamenti entro il 2018).
Sfumata l’ipotesi di nascita di una lista alternativa, ieri sera dopo l’approvazione del Bilancio il presidente Galavotti ha riproposto il rinnovo del cda della «Servizi» tale e quale (Galavotti stesso, Umberto Venturi, Andrea Tosi, Mauro Roncaglia, Emanuela Cargioli, Paolo Vincenzi, Gavioli Giliana, Nicola Fabbri, Claudio Medici, Lena Ferrari e Gennaro Petrillo).
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>