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“Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, crede di essere in un supermercato. Non vuole impugnare la legge sicurezza e immigrazione nella sua interezza, ma solo le parti che non gli aggradano ideologicamente. Un Bonaccini, dunque, che mette nel carrello quello che gli fa comodo e lascia negli scaffali il resto. Un modo davvero bizzarro di applicare una legge dello Stato da parte di un’Istituzione pubblica, come il presidente dell’Emilia-Romagna afferma di voler fare. E’ infatti paradossale che da un lato Bonaccini riconosca che la legge va applicata, ma che, nel contempo, persegua la strada avventurista dell’incostituzionalità”.
Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna (nella foto), boccia la scelta di Bonaccini, sulla scia di alcuni sindaci del Pd che, “evidentemente, apprezzano le risorse e i nuovi poteri che la legge assegna loro”.
“Se poi le parole hanno un significato, è davvero difficile districarsi nei contorsionismi verbali di Bonaccini.
Egli afferma infatti che la ‘battaglia politica va fatta nelle sedi istituzionali preposte’. Ma quali sarebbero queste sedi? Non ci sembra che la sua personalissima battaglia politica avvenga in un ‘sede preposta’ e ‘appropriata’ e non possiamo dargli torto quando afferma che il suo compito sarebbe quello di governare al meglio l’Emilia-Romagna. Sarebbe, appunto, perché in tema di sicurezza e immigrazione, nell’ambito delle competenze regionali, ha davvero sbagliato tutto - chiude Morrone -. L’auspicio è che Bonaccini si assuma in pieno la responsabilità della sua velleitaria disubbidienza istituzionale nei confronti di una legge avversata solo per motivi pretestuosi e veda bene di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Ci si aspetta, infatti, che chi ricopre quel ruolo super partes dia garanzie a tutti i componenti di una equilibrata autorevolezza istituzionale. Ci sembra, al contrario, che Bonaccini, in perenne campagna elettorale, stia facendo una battaglia di retroguardia antigovernativa, dove Le contrarietà sulla legge sono solo un pretesto”.
Redazione Pressa
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