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Ma sì, guarda, l’assessore regionale lo si capisce quasi: «campagne pubblicitarie tradizionali per raccontare la Regione comporterebbero una spesa superiore anche dieci volte rispetto all’attuale» - dice l’uomo di Bonaccini. Bene, ma qual è la strategia attuale? Portare i giornalisti a cena a spese della Regione. Ecco la strategia. Eh, beh... Costa meno. Sì. Costerà anche meno, ma è una roba che non si può sentire. Che fa a pugni con ogni «Ordine » e corso deontologico (obbligatorio peraltro). Giornalisti che vendono la loro libertà per un piatto di lenticchie o per un ricordo di salame di Bottura. Una vergogna. Ecco cos’è. Non sobrietà. Vergogna, senza moralismi. Semplicemente vergogna. Perchè mettere a tavola due giornalisti costerà meno che pagare una pubblicità seria, ma così si mescola informazione e pubblicità stessa (peraltro ai giornalisti è vietato fare spot, pena la radiazione).
E qui non si tratta di una marchetta funzionale all’agenzia pubblicitaria (metodo discutibile ma capibile), ma di magnazze pro domo esclusiva dello stomaco dei cronisti. E pro domo della Regione: perchè quando il giornalista in questione dovrà raccontare non delle bellezze della Riviera o della preda ringadora restaurata, ma magari dell’ultimo scandalo che coinvolge Bonaccini o Muzzarelli o il capoccia di turno, lo stesso capoccia che gli pagò quella cenetta tanto graziosa... Anche con mogliettina al seguito. Beh, quel giornalista cosa farà? Sarà libero o condizionato? Un miscuglio intollerabile. Digestione a parte. Perchè, come diceva la persona più rigida - e al contempo disperata - che ho conosciuto: «Nemmeno il caffè ci si fa pagare da un amministratore pubblico. Se devi scrivere di lui».
Leo
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>