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Data: / Categoria: Quelli di Prima
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Il sistema da negare e il modello da promuovere


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Il «Modello Emilia»? Esiste e va difeso davanti, o meglio contro, a tutto e tutti. Davanti all’e videnza di una ricostruzione lenta (affidata spesso, guarda caso, a cooperative) e di una burocrazia volutamente limitante per famiglie e imprese che nelle scosse di 4 anni fa persero tutto.  Va difeso davanti all’inchie - sta cemento-farlocco e ai centri della Bassa ancora devastati, dove i pochi negozianti presenti continuano ad essere additati come «eroi». Eroi nudi, di un resistere fine a se stesso. Questo fanno gli amministratori Pd locali: da Giancarlo Muzzarelli a Palma Costi (peraltro il sindaco nella lettera qui sopra copia esattamente gli argomenti dell’ex collega in Regione il cui intervento abbiamo pubblicato ieri). E qui non è questione di polemica politica, di essere giovanardiani reazionari, grillini con Di Maio o un Dell’Orco a caso o contro Stefano Bonaccini a prescindere.

Non è questione di essere giornale di destra, di sinistra, renziano, pericoloso, a sentir qualche giovanotto senatore Pd o ‘autore vole’ assessore regionale, addirittura «mafioso » (che non essendo arrivate le scuse, la querela è forse dovuta ndr), o banalmente stucchevole. E’ questione di guardare la realtà del post-sisma della Bassa, i centri-fantasma di Cavezzo, Mirandola, Novi, Medolla... e prendere atto che i «modelli» sono altra roba. Oggettivamente. Per usare un avverbio tanto caro a «Libera». E non si evochi la solita scusa della «bacchetta magica», qui bastavano volontà, soldi e buon senso. E neppure la storiella dell’«al - trove hanno fatto peggio» regge. Ma c’è poco da fare. La bandiera del Modello Emilia nel Pd, in quel pantano informe che resta della gloriosa tradizione comunista, va sventolata con fierezza e guai (guai in tutti i sensi eh.

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) a chi osa farne notare macchie, strappi o peggio ancora. Il Modello si difende, la Ditta si difende.

Si difende al punto di far finta di non vedere che la nomina di Vasco Errani da parte di Renzi non è affatto un premio all’a m m i n i s tra t ore, ma un modo per tacitare il nuovo capo-nascente (fa ridere dire «nuovo» per Errani, ma così è) della corrente ribelle interna al Pd ( q u el l ’Errani che una settimana fa invitò il partito ad ascoltare le ragioni del «no» al referendum che tanto spaventa il premier-segretario). Gli ex Ds locali pur di difendere il loro modello fanno come la scimmietta che chiude gli occhi: abbracciano Renzi e con orgoglio si piantano nel petto la medaglia di cartone che il premier offre loro, infiscandosene ovviamente delle qualità di Errani, ma in cambio di una tregua referendaria. Con buona pace delle passerelle (dovute) nelle zone terremotate, aspettando sempre il prossimo sisma (di una magnitudo che in Giappone, per esempio, nemmeno farebbe notizia) per iniziare davvero amettere in sicurezza le case italiane. Il Modello-Emiliano, dicevamo, si difende e si promuove. Esattamente come, per contraltare, si deve negare il Sistema-Emiliano. Quello basato sull’intreccio partito (Pci, Pds, Ds, Pd), una fetta di mondo economico (le cooperative di costruzione, welfare, grande distribuzione...) e le istituzioni locali. Ecco, quello va negato sempre. Come ha fatto poche settimane fa Muzzarelli sulle nostre colonne. Negare, negare, negare. Anche davanti all’evidenza. Perchè l’evidenza non esiste. Esistono i Modelli. Da sfilata. Appunto.

Leo


Redazione Pressa
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