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L’importante è avere uomini di fiducia nei posti giusti (e la fiducia, si sa, si ottiene generando «riconoscenza» nell’animo del nominato). Il sistema a Modena funziona così da sempre. E Muzzarelli lo sa benissimo. Per questo per i vertici di Amo si può promuovere Paolo Silingardi (che fece il favore a Muzzarelli di presentarsi alle primarie togliendo voti alla terribile Maletti) o il semper fidelis ex sindaco di Nonantola Pier Paolo Borsari. Ma se loro declinano l’invito, il Pd del «giovanotto» Vaccari non può certo scegliere il primo Carapellese che passa. Che peraltro Carapellese ha anche un nome poco rassicurante, ricorda troppo quella marca di olio fiorentino che faceva pubblicità ambigue... Va beh. Comunque il punto non è «volto nuovo» o «riciclato». Va bene, questa distinzione è buona da dare in pasto agli appetiti inconfessabilmente grillini delle sempre più deluse masse renziano-rottamatrici e appassionate di volley.
Ma il nocciolo è un altro: tutto dipende dalla fedeltà del nominato al sistema. Non bisogna turbare il manovratore di turno, poi avere 18 anni, 76 o 143, essere vergine da ogni incarico politico o avere alle spalle più poltrone che passi non importa. Poi se il nominato ne fa una più di Bertoldo si può sempre scaricare su di lui ogni colpa e costituirsi «parte civile» come fa la Regione con Cencetti. Ma questo è un altro discorso. Si sta male e basta. Dicevamo l’importante è la fedeltà. Per esempio: la Fondazione Crmo. Muzzarelli un anno fa ha scelto come presidente un bel volto nuovo, quello di Paolo Cavicchioli. Imprenditore stimato e - soprattutto - impegnatissimo con la sua azienda. Che quindi quando non c’è cosa fa? Delega. E a chi delega? Al suo vice.
E chi è il suo vice? E’ Remo Mezzetti, fedelissimo di Massimo Giusti (nella foto), il braccio di Muzzarelli nel mondo economico cattolico-ciellino-ma pronto a scendere a patti coi ‘rossi ’.
Altro esempio: Porta Aperta. Serve una faccia nuova? E vai col 30enne di turno che a Massimo Giusti - sempre a lui - deve tutta la sua carriera presente e futura. E vedrai che con Luca Barbari si va tranquilli. C’è da dire che a volte i nominati ci prendono la mano e col tempo iniziano a pensare di testa loro (vedi Landi che a fine corsa litigò con Muzzarelli), ma sono gli inconvenienti del mestiere. Fondamentale è partire col piede giusto. E quando le cose vanno malissimo, quando ci si ritrova una pecora nera in casa? Si elimina il problema. In una associazione di categoria (regno incontrastato di Torreggiani) c’è un direttore cittadino eccessivamente ribelle? Lo si fa cacciare dal presidente (lui sì fedele) e tutto è bello che normalizzato. Con stile.
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>