Soliti nomi, solite logiche

L’epoca è finita ma sul Titanic si balla ancora

Torreggiani si è dimesso da tutto. Un’epoca, non solo per la Camera di Commercio, ma per l’intera città è finita. E’ così. Lo si è detto e lo si può ribadire a tempo perso. In fondo non è stato tanto il buco di 640mila e passa euro a far saltare Maurizio Torreggiani dal suo incarico. Torreggiani - padrone incontrastato dell’asso - ciazionismo modenese, potenziale candidato a tutto (anche a sindaco di Modena) - ha fatto un paio di passi falsi in brevissimo tempo: ha provato la scalata romana a Cna senza riuscirci e, soprattutto, ha lasciato un disavanzo importante nei conti modenesi. Colpo di grazia il comunicato recente con il quale la ‘sua’ C a m e ra dava la colpa del buco miliardario (in lire) agli «investimenti operati dagli organi camerali per le iniziative in occasione di Expo 2015». Di fatto Torreggiani ha dato la colpa a Muzzarelli, al Mata, agli eventi estivi e alle sue politiche culturali.
E il sanguigno Muzzarelli, forte della debolezza dell’ex re sole, gli ha assestato il colpo di grazia, portandolo alle dimissioni. Vantandose pure, ma solo coi fidatissimi. In fondo non serviva molto coraggio. Facile calciare un uomo a terra,meno quando è in piedi ed attorniato da guardie del corpo. Ma tant’è. Il punto è che, nonostante l’evidente fine di un’epoca, tutto ancor oggi nelle logiche spartitorie (in questo caso camerali) funziona allo stesso modo di sempre. Per il dopo Torreggiani si fanno i soliti nomi, accompagnati dalle solite dichiarazioni, conditi dai soliti distinguo, celati dai soliti accordi. Confindustria che dice di «non voler obbedire ai balletti» e le associazioni di categoria che si dicono pronte «a impegnarsi per il bene del territorio e delle imprese». Come se qualcuno potesse crederci. Intanto ci si scanna per questo o quel nome. Vecchi, Munari, o chissà chi altro. Tutto come sempre. Continuità assoluta. Tutto come sul Titanic, coi violini che vibrano mentre i ricchi passeggeri si azzuffano per ottenere il posto migliore sulla scialuppa di salvataggio. Da calare in mare in fretta, anche vuota. Che gli altri si arrangino. Perchè se la fine è certa, nulla si intravede all’orizzonte di nuovo e migliore a livello collettivo. E allora l’unica cosa che conta è ‘salvare’ se stessi.

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>
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