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Trivelle a più non posso

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Com'? profondo il mare


Trivelle a più non posso
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E va bene ha fatto una telefonata a colui che a «a tutti gli effetti» considera suo marito nella quale assicura che «domani passa l’emendamento» su Tempa Rossa (impianto di estrazione petrolifera Total). Un emendamento che, per la procura, avrebbe fatto guadagnare alle aziende del marito «a tutti gli effetti» circa due milioni e mezzo di euro in subappalti. E allora? Cosa sarà mai... C’è di peggio. Un errore di forma... A ben vedere il ministro modenese Guidi poteva anche non dimettersi visto che - come lei stessa afferma - tutto è avvenuto alla luce del sole (o della lampada a petrolio per essere più retrò, ma in tema). Poteva restare tranquillamente al suo posto perchè, Tempa Rossa o Tempa bianca e verde, per il Governo l’importante è trivellare a più non posso in/il mare.

  «Si può discutere sul non fare impianti entro le 12 miglia, ma credo sia giusto dove ci sono questi impianti mantenerli in funzione» - ha ribadito ieri lo stesso Renzi invitando di fatto al «no» o, meglio, all’astensione. Che quasi li si vede gli esponenti del Governo con la canottiera macchiata d’olio, novelli Bruce Willis, chini e abbracciati a maxi trivelle fumanti, a cavare energia dai fondali marini. Costretti a generare continui buchi nell’acqua con le loro immense turbine, come in un supplizio dantesco. Perchè - per citare i cartelli del sobrio Giovanardi - «se vuoi il gas in fabbrica e in casa» le trivelle devono funzionare alla massima potenza. Perchè - per citare un Bonaccini di tre mesi fa «questa è una Regione che ha migliaia di lavoratori occupati nel settore delle estrazioni di idrocarburi e allora il referendum ci mette in forte difficoltà».

Insomma, bisogna creare lavoro: in perfetto stile new deal. Meglio di Roosevelt, con meno scrupoli ambientali di Roosevelt. E allora l’utilità del trivellare non conta nulla. Non importa, ad esempio, che - come sottolineato da Legambiente - le 47 piattaforme attive entro le 12 miglia in Emilia Romagna (dove insistono la stragrande maggioranza degli impianti), nel 2015 abbiano prodotto solo l’1,8% della produzione nazionale di gas e coperto solo l’1,7% dei consumi nazionali lordi. Qui bisogna far lavorare trivelle (e petrolieri). Punto. E si metta il cuore in pace anche l’ ‘ecologista’ Pd e ‘giovanotto’ Stefano Vaccari: al referendum per fermare le macchine perforanti non si vota (accidenti, dopo tanto pensare ci arriverà anche il segretario Pd Bursi che ieri ha annunciato una grande riflessione nel partito, senza però prendere posizione). Qui c’è poco da pensare: si sta a casa, che ne va anche della tenuta dell’Esecutivo in vista dell’altro referendum (quello senza quorum di ottobre) e si lascia ad ognuno il suo lavoro. Le trivelle trivellino, i ministri telefonino e i cittadini guardino Frizzi in tv e si astengano (come auspicò il compagno Benatti sull’ospedale di Mirandola). Si astengano. Lasciando smanie ecologiste ai soliti frenatori e oscurantisti. Che «chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche...». Com’è profondo il mare.


Giuseppe Leonelli
Giuseppe Leonelli

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato ..   Continua >>


 
 


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