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L'assassinio di John Flizgerad Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America, venne commesso il 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12.30 ora locale.
Mentre viaggiava, con la moglie Jacqueline, a bordo di una limousine presidenziale, Kennedy, fu ferito mortalmente nella Dealey Plaza con colpi di fucile sparati da Lee Harvey Oswald attivista castrista.
Lo stesso JFK rese molto arduo il problema della sicurezza relativamente alla sua visita alla città texana di Dallas: vietò ai mezzi di scorta l'uso di sirene e non cosentì che agenti in motocicletta affiancassero la sua macchina.
Probabilmente il motivo dell'uccisione di Kennedy è da ricercarsi nei molti provvedimenti innovativi da lui voluti ma che gli avevano procurato nemici. Kennedy voleva accordarsi con l'Unione Sovietica di Chruscev per ridurre gli arsenali atomici. Il presidente voleva, inoltre, porre fine alla guerra fredda e desiderava un ritiro completo dei militari dal conflitto in Vietnam. A questi provvedimenti si opponevano i generali, gli industriali e i senatori coinvolti nel complotto militare-industriale-politico.
Nel corso di questi anni, tuttavia, non sono mai emersi elementi concreti, prove e documenti a carico di presunti mandanti; molte persone testimoni del complotto nell'assasinio di Kennedy, sono state uccise.
Redazione Pressa
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