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Massimo D'Azeglio, politico e patriota del Risorgimento, nacque a Torino il 24 ottobre 1798.
Nel 1810 frequentò filosofia all'università di Torino; il padre lo volle formare anche fisicamente e lo iniziò al fioretto, al nuoto e all'equitazione.
Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814, gli austriaci rientrarono a Torino e Massimo si recò a Roma dove entrò in contatto con scultori e pittori del tempo.
D'Azeglio si appassionò alla pittura e si dedicò anche alla musica e alla poesia: scrisse un poema cavalleresco, due opere teatrali e alcune poesie pattriottiche.
Massimo poi si recò a Milano; conobbe Giulia, la figlia di Alessandro Manzoni sposandola nel 1831.
A Milano riscosse molto successo: dipinse diversi quadri molto apprezzati e si cimentò anche come scrittore e scrisse il romanzo storico 'Ettore Fieramosca'.
Nelle numerose opere di D'Azeglio si intravvedere il suo ideale politico e il suo credo riguardo alla nazione.
Sincero patriota, Massimo, entrò in politica; fu contrario ad un'unificazione a sola guida piemontese, per questo fu attaccato dai Mazziniani e definito da Cavour un 'empio rivale'.
Nel 1848 D'Azeglio divenne colonnello e fu in prima linea nelle operazioni militari che coinvolgevano il settentrione orientale; si distinse come capo della difesa di Vicenza.
In una operazione militare fu ferito a un ginocchio; ancora convalescente fu eletto deputato nel parlamento Subalpino.
Dal 1849 al 1852 divenne per volere di Vittorio Emanuele II Primo Ministro del Regno di Sardegna.
In quel periodo terminò la prima guerra di Indipendenza e D'Azeglio si adoperò per condurre alla pace con l'Austria. Nonostante il suo desiderio di ritirarsi dalla vita politica, per amore di patria, si impegnò per il bene degli italiani.
Solo negli ultimi anni di vita, Massimo D'Azeglio si ritirò sul lago maggiore dedicandosi alla stesura delle sue memorie. Morì a Torino nel 1866.
Redazione Pressa
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