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Era il 27 dicembre 1983 quando Giovanni Paolo ll incontrò, nel carcere di Rebibbia, il giovane terrorista turco Ali Agca che il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, attentò alla sua vita.
Erano le 17.19 e il pontefice attraversava la Piazza sulla papamoble: Agca sparò due colpi ferendo il Papa che fu trasportato d'urgenza all'ospedale Gemelli e sottoposto ad un lungo intervento.
Cinque giorni dopo l'attentato il Papa recitava l'Angelus direttamente dall'ospedale; rivolto all'uomo che cercò di ucciderlo disse: 'Prego per il fratello che mi ha ferito, al quale ho sinceramente perdonato'.
Durante l'incontro del 27 dicembre a Rebibbia, Giovanni Paolo ll e Ali Agca parlarono da soli e gli argomenti della loro conversazione sono tuttora sconosciuti. Il Papa disse poi dell'incontro: 'Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia.
Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui'.
Il tribunale condannò Ali Agca all'ergastolo; l'attentatore non ha mai voluto rivelare, in modo chiaro, la verità sugli eventi. Il 13 maggio 2000 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia.
Giovanni Paolo ll affermò che la Vergine Maria avrebbe 'deviato i proiettili' e salvato la sua vita quel giorno. Un anno dopo l'attentato, il 13 maggio 1982, Papa fece una visita al Santuario di Fatima, per ringraziare la Vergine. Il Santo Padre offrì uno dei proiettili, che lo colpirono, al Santuario.
Questo proiettile fu poi incastonato nella corona della Madonna, dove rimane fino ad oggi.
Redazione Pressa
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