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Il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti, segretario del partito Socialista, contestò alla Camera dei deputati i risultati delle elezioni del 6 aprile e denunciò, con coraggio, le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti. La consultazione elettorale si svolse in un grave clima di intimidazioni e da ripetute violenze da parte del partito Fascista.
Il candidato socialista Antonio Piccinini fu ucciso, ovunque furono impediti comizi e bruciati i giornali.
In diverse circoscrizioni il voto non fu esercitato in condizione di libertà attraverso la presenza di esponenti fascisti nei seggi.
Matteotti denunciò una serie di comprovate violenze e pronunciò un discorso alla Camera rivolto ai fascisti e rimasto famoso: 'Non continuate a tenere la Nazione in padroni e sudditi, poiché questo sistema provoca la rivolta. Noi deploriamo che il nostro popolo sia governato con la forza. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano. Domandiamo il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza'.
La proposta di Matteotti di far invalidare l'elezione venne respinta dalla Camera dei deputati.
Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti fu aggredito e caricato a forza in una automobile; cercò di reagire ma fu sopraffatto e accoltellato.
Redazione Pressa
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