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Il maestro Alberto Manzi muore a Pitigliano il 4 dicembre 1997; era nato a Roma nel 1924. Nel 1946 inizia, la sua attività didattica, con l'insegnamento nel carcere minorile 'Aristide Gabelli' di Roma.
Manzi deve insegnare a 90 ragazzi tra i 9 e i 17 anni in un enorme aula senza banchi. Alberto riesce a guadagnarsi l'attenzione dei ragazzi: anche grazie alla fiducia del direttore del carcere gli alunni pubblicano il primo giornale fatto in carcere, 'La Tradotta'.
Di tutti quei ragazzi, usciti poi dal carcere, solo due vi ritornarono.
Il maestro Manzi nel 1948 è eletto sindaco di Pitigliano e nello stesso anno ottiene il premio 'Collodi per Grogh, storia di un castoro' romanzo per ragazzi.
Nel 1950, il noto maestro, prende servizio come insegnante elementare presso la scuola 'Fratelli Bandiera' di Roma e collabora con Gianni Rodari e Jacovitti alla rivista il 'Vittorioso'.
Nel 1960 è scelto per presentare il programma TV 'Non è mai troppo tardi', concepito come strumento nella lotta all'analfabetismo. La trasmissione ha un grande successo: Manzi riproduce, in televisione, delle vere e proprie lezioni di scuola primaria con metodologie innovative. Concluso il programma, che durò 8 anni, Alberto Manzi torna all'insegnamento nella scuola 'Fratelli Bandiera'.
Nel 1971 il maestro Manzi rifiuta di redigere le 'schede di valutazione' che la riforma aveva ideato.
A suo dire tali valutazioni mortificano gli alunni. Per questa disobbedienza è sospeso dall'insegnamento e dallo stipendio. Solo dopo la pressione del ministero, Manzi si rende disponibile a redigere una valutazione uguale per tutti tramite un timbro: il giudizio così è 'fa quel che può, quel che non può non fa'. Per Manzi lo scrivere valutazioni specifiche non è educativo poiché ogni ragazzo cambia e la valutazione, così concepita bolla gli alunni per gli anni a venire.
Redazione Pressa
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