Dossier inceneritore, l'inquinamento e l'acquario
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Dossier inceneritore, l'inquinamento e l'acquario

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In pianura Padana, l'area più inquinata d'Europa, sono presenti 29 inceneritori. Viviamo in un acquario sporco e facciamo di tutto per contribuire a inquinarlo


Dossier inceneritore, l'inquinamento e l'acquario
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Il Comitato Modena Salute e Ambiente, uno dei protagonisti della opposizione al raddoppio dell’inceneritore, ha realizzato per la Pressa un dossier dettagliato che fotografa attraverso le cifre diffuse dal gestore stesso (Hera) la situazione dell’impianto modenese che brucia ogni anno oltre 200mila tonnellate di rifiuti. 

Pubblichiamo il dossier in più puntate, il mercoledì e il venerdì. Siamo giunti oggi alla penultima puntata. L'ultima puntata sarà una intervista all'Assessore all'ambiente di Forli, Nevio Zaccarelli, sulla decisione di lasciare Hera e di creare la nuova società in house  Alea Ambiente formata da 13 Comuni che ha come amministratore unico Paolo Contò del consorzio Contarina Priula di Treviso. Davvero una grande sfida.

PER ORA HERA NON HA VOLUTO COMMENTARE

L’inquinamento perfetto come il “delitto” perfetto non ha nessun “colpevole”, o meglio tutti reponsabili ma a norma di legge.

Fatalmente parlare di inceneritore significa parlare di inquinamento atmosferico in senso più generale.  

2000:  Mappa dell’inquinamento atmosferico in Europa.  Pianura padana in particolare  Vista e rivista tante volte. La misura è fatta misurando la concentrazione al suolo degli ossidi di azoto, NOx, gli stessi del dieselgate. Da notare la data: anno 2000! 

2015 dopo 15 anni la situazione dell’inquinamento è peggiorata.

Se l’inquinamento in 15 e più anni non migliora, evidentemente nei provvedimenti adottati qualcosa non funziona. Vedremo dopo.

Circa 3000 aC-2017dC:  Sono più di 5000 anni che la specie umana abita nella pianura padana e ancora non sappiamo come gira l’aria?  Allora proprio ce la andiamo a cercare. Oppure ci autoilludiamo, per continuare questo stile di vita.      

Nel frattempo in pianura padana:

2000-2015:  Hera ha portato i propri inceneritori da circa 600.000 t/a a circa 1.000.000 t/a.

2000-2015:  Iren ha acceso due nuovi inceneritori: Parma da 130.000 t/a e Torino da 500.000 (!) t/a.  

2017: nella zona rossa ci sono 29 Inceneritori: 1 in Piemonte, 13 in Lombardia,  4 in Veneto, 2 in Friuli V.G., 9 in Emilia Romagna.   

Certo non ci sono solo gli inceneritori,  ma sapendo che sono evitabili perché non provarci davvero. Comunque nel frattempo: 

2000-2015 Le auto sono passate da euro 2/3 (emissioni 500mg/km di NOx ) a euro 6 (80mg/km) , inquinano circa 6 volte meno.  Ma contemporaneamente sono state venduti milioni e milioni di nuove auto e veicoli in genere.  Oltre ai riscaldamenti domestici, impianti industriali ecc. E’ singolare notare come ci sia una forma di assoluzione per l’ inceneriemento rifiuti da ogni forma di responsabilità qualitativa e quantitativa nell’inquinamento atmosferico. Difatti nelle ordinanze delle Autorità tese a limitare l’inquinamento si agisce giustamente su auto, riscaldamenti ecc, ma mai sugli inceneritori.  Certo non si possono fare i giorni alterni con l’inceneritore, ma evitare di importare rifiuti da fuori provincia si, e nel caso di Modena si tratta di un 40% da fuori provincia. Quindi tutto inquina l’aria: veicoli, fabbriche, riscaldamenti, allevamenti zootecnici, camini e caminetti ma gli inceneritori no!  

Questi dati combinati con le mappe, portano a alcune considerazioni:

  • Tutte le singole fonti inquinanti presenti in pianura padana : auto, inceneritori, riscaldamenti, industrie ecc. prese una a una hanno emissioni nei limiti di legge. Tutti in regola dunque, ma questo non basta per avere aria non inquinata.   
  • Infatti tante  emissioni singole, ognuna “nei limiti di legge” sommate assieme NON danno un risultato nei limiti di legge, anzi.     
  • Siamo di fronte alla fine di una speranza/illusione: la tecnica/tecnologia non riesce a risolvere il problema delle emissioni inquinanti, nonostante gli indubbi progressi tecnici non c’è modo di bruciare senza inquinare. Prendiamone finalmente atto. Si poteva già immaginare, dato il noto e tuttora ben valido: “Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Legge di conservazione della massa. A.Lavoisier 1743-1794!) risparmiando tanto tempo e risorse.  Il caso dieselgate insegna, e si tratta di caso tecnico relativamene “semplice” rispetto agli inceneritori: carburante unico e noto, camere di comustione piccole e ermetiche,  ecc. Inoltre i costruttori di auto sono dotati mezzi tecnologici e finanziari enormente superiori alla industria degli inceneritrori.
  • L’ idea di approfittare delle migliorie nei sistemi di filtraggio (ripetiamolo: migliorie comunque non risolutive) per aumentare inceneritori e auto in circolazione vanifica l’effetto finale di tali migliorie.                                                                                                                                                                            

2005 Qui entra in scena il Comitato MSA, con un suo storico slogan: Raddoppio? No, grazie. 

Per tentare di migliorare la situazione dell’inquinamento le Autorità intervengono ( giustamente) nei comportamenti dei cittadini, quindi targhe alterne, auto euro 6, limitate le ore e le temperature dei riscaldamenti, ecc.    Con “Raddoppio? No grazie” si intende una richiesta di coerenza al Comune di Modena, proprietario, in toto prima in parte poi, dell’impianto.   Ovvero di fare la propria parte nel limitare le emissioni inquinanti rinunciando al raddoppio, nel momento stesso in cui chiedono le medesime cose ai privati cittadini. Tra l’altro raddoppio rivelatosi mai necessario per i rifiuti di Modena, tant’è che importiamo il 40% dei rifiuti da fuori provincia.

Certissimi  che i cittadini, con queste motivazioni di salubrità ambientale, avrebbero ben suppportato i provvedimenti operativi necessari, come insegna la esperienza di raccolta differenziata porta a porta di Albareto avviata nel 2007-8.  Probabilemte questa ipotetica rinuncia al raddoppio avrebbe influito e non poco nel peso del Comune di Modena nel CdA di Hera, ma a questo punto tocca a chi governa  definire le priorità nelle scelte di fondo.  Scelte che a Modena hanno preso una direzione ben precisa, purtroppo.  

Nota 1: Naturalmente l’attività del Comitato non si è esaurita con uno solgan, ma comprende una serie vastissima di iniziative: articoli sui media, iniziative pubbliche sotto l’inceneritore, cene raccolta fondi, conferenze e film a tema, 1 ricorso al Tar vinto, 1 consigliere comunale nella precedente Consigliatura, 1 quasi consigliere regionale nella precedente legislatura, ecc.ecc.

Evitabilità dell’incenerimento dei rifiuti. L’incenerimento rifiuti è l’atto terminale di un sistema socio-economico incapace di essere efficiente e inoltre è altamente sprecone delle risorse del pianeta , in particoalre le non rinnovabili. Perché insiste sul concetto di ”buttare via” un bene poco dopo l’uso. “Buttare via” che comprende anche la energia spesa a produrre il bene stesso. Gettata per sempre. 

In sintesi l’inceneriemento dei rifiuti è  una forma di “discarica infinita” illusoria, insostenibile e inquinante. 

 

Evitabilità Concettuale e Politica dell’incenerimento dei rifiuti.  E’ la parte più difficile: fare cambiare idea a chi fino a poco prima sosteneva l’ incenerimento a spada tratta, stiamo parlando dei Decisori Politici, poche persone da noi elette e delegate a decidere per tutti. E che su questa certezza hanno indirizzato le scelte operative di Hera ( nel caso di Modena) con imponenti investimenti e costi fissi altissimi. Inoltre gli inceneritori hanno bisogno di un modello socio economico consumista per la loro “alimentazione perenne” che la generale necessità di efficienza della società odierna ha decisamente messo all’angolo.  La società e le sue priorità sono cambiate, prendetene atto. Basta un po’ di onestà intellettuale nell’ammettere il vicolo cieco in cui si è mandata la comunità a forza di inceneritori.  Alcuni altri “vicoli ciechi” da cui siamo usciti o stiamo uscendo: energia nucleare, lampade a incandescenza, motori a scoppio diesel in particolare, amianto, mercurio, carbone, ecc.  In sintesi non esistono soluzioni e modelli  “eternamente validi”, esiste una dinamicità socio economica da anticipare e assecondare da parte dei Decisori Politici. Non da bloccare. L’incenerimento dei rifiuti è inizato in maniera massiccia circa 100 anni fa in tutt’altro contesto socio-economico. Da tempo ha mostrato tutti i suoi limiti di inquinamento e sostenibilità. Spegnamoli. Volerlo proseguire a tutti i costi è accanimento terapeutico di una politica ancorata a modelli superati. Incapace di immaginare qualcosa di diverso per il futuro. Per adesso siamo invece al pesante intervento del Ministro Bersani (2007) e allo “Sblocca Italia”  (2014) del Governo Renzi che definisce gli inceneritori “..infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale…”, con una continuità difensiva nei confronti degli inceneritori senza paragoni.  E via via difesi strenuamente anche nelle amministrzioni locali periferiche. Esattamente nella direzione opposta. L’incenerimento è perfettamente evitabile ammettendone prima di tutto la insostenibiltà in termini di risorse materiali ed energetiche del pianeta, oltre che i danni alla salute. Indirizzando e riformando pertanto in tal senso il sistema produttivo e distributivo. In parallelo avviando un analogo processo informativo/educativo dei cittadini di tutte le età. Questo è (sarebbe?) il compito dei Decisori Politici. Preso convintamente atto di questo, si adottano i provvedimenti operativi, a questo punto molto più efficati perché ben supportati dall’alto.

Evitabilità Tecnico-Operativa dell’incenerimento dei rifiuti.  Non è più un problema, le procedure e mezzi esistono già da tempo, sono note e stabili ed efficenti.  Siamo in attesa che qualche Decisore Politico le voglia adottare convintamente. Alcuni esempi per il post consumo: raccolta differenziata porta a porta, vero e sostenibile riuso e riciclo delle materie ecc.   Riformare la legge 152/2006 allargando la rimborsabilità della pastica a tutti i prodotti di plastica, non solo agli imballaggi,  vedi puntata precedente.  Per la catena produttiva e distributiva a monte: far  progettare e produrre fin da subito i prodotti con criteri di sostenibiltà per l’approvigionamento delle materie prime, e poi strutturati per un facile riuso e riciclo del bene dopo l’uso, ecc..

Tutto questo per avere qualcosa di vivibile oggi  e da lasciare a chi verrà dopo di noi, degno dei nostri precedessori. Predecessori che hanno eretto un monumento, la Ghirlandina, per indicare i loro valori di riferimento.  Da circa 40 anni, è stato eretto invece il monumento ai nostri attuali valori:  una colossale “Pattumiera Spray che soffia in aria tutti i nostri rifiuti alla velocità di 30km/h!.   Della stessa altezza della Ghirlandina:  80 metri. Vedi sotto:

Quali saranno mai i valori percepiti da un ipotetico osservatore esterno?

 Per proseguire: un libro, un luogo, un film.

Un libro:

1972: Autori Vari “I limiti dello sviluppo”  Mondadori.  Vedi:   I_limiti_dello_sviluppo_riassunto

Il rapporto sui limiti dello sviluppo: Nel 1972 il MIT realizzò lo studio scientifico 'Limits to Growth' ( limiti allo sviluppo ) su commissione del Club di Roma, per studiare il problema della scarsità e del limite dello sviluppo. Lo studio dimostrò scientificamente l'esistenza di un limite invalicabile dello sviluppo economico a causa delle risorse esauribili, presenti in quantità fissa in natura ( es. petrolio, carbone, gas naturale, ecc. ). Il rapporto venne pubblicato da Donella Meadows. Consisteva in una simulazione al computer ( World3 ) delle conseguenze causate dalla crescita demografica della popolazione mondiale sull'ecosistema e sulle riserve naturali.

E’ la versione moderna di quanto noto fin dalla età della pietra: se da un bosco o un lago si prelevano  più risorse della rispettiva capacità di riproduzione, prima finisce il bosco/lago e poi a chi tocca finire? Allora ci si poteva trasferire da un’altra parte del pianeta, oggi no. Inoltre all’epoca della indagine non erano ancora entrati nel campo consumista due enormi Nazioni, India e Cina, che con la loro numerosissima popolazione hanno accelerato enormemente la quantità dei consumi. 

Un luogo 1: Il Municipio e/o ogni altro luogo dove vengono prese le decisioni che contano per la comunità.  Facendo della propria partecipazione attiva alla vita civile un impegno. « La libertà non è star sopra un albero,  non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero,  libertà è partecipazione!» Gaber-Luporini.

Un luogo 2: Sostare di fronte ad un acquario:  ecco noi siamo come i pesciolini che nuotano nell’acqua insieme ai loro rifiuti, che respiriamo. Chi ci cambierà l’aria sporca dei nostri rifiuti?

Un film: oltre ai titoli dedicati “Una scomoda verità””Age of stupid” “Trashed” suggeriamo la trasmissione “Ulisse” di Piero/Alberto Angela dedicata all’Isola di Pasqua visibie qui Ulisse_Isola_di_Pasqua.  In particolare le conlusioni finali : Isola_di_Pasqua_Conclusioni

Qui si conclude il nostro “dossier inceneritore”.  Grazie a chi ci ha seguiti/letti tutto o in parte. Ci riterremo soddisfatti se qualcuno da ora in poi ora vedrà con occhi diversi quanto gli accade attorno.

Dedichiamo questo lavoro alla cara memoria  di Roberto Seghedoni (1959-2011), componente del Comitato, dal contributo sempre prezioso e competente.

Ringraziamenti: Alle attività del Comitato hanno contribuito tante  persone, ognuna portando il massimo di sè in termini di impegno, risorse, proposte e iniziative. Impossibile citarli tutti, ma ad ognuna un sentito grazie.

Ringraziamo la Redazione de La Pressa che ci ha cortesemente ospitato.

Vi salutiamo con una speranza dallo spazio profondo!

1990:  Il primo e geniale selfie della storia! L'idea è stata dell’astronomo Carl Sagan. Nel 1990, la sonda Voyager 1, giunta ai confini del sistema solare, fu fatta girare all’indietro e scattò una foto del nostro pianeta da una distanza di 6.4 miliardi di km.  La Terra appariva come un minuscolo puntino, immerso in un raggio di luce proveniente dal Sole. Qui il sito del filmato: Piccolo_Puntino_Blu con il commento di Carl Sagan, perfettamente in sintonia con il nostro argomentare.

Comitato Modena Salute e Ambiente

Mauro Marverti


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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