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Cinque agosto, san Paride: il vescovo battagliero che uccise un drago

Cinque agosto, san Paride: il vescovo battagliero che uccise un drago

Non dobbiamo stupirci se le leggende si intrecciano alla realtà nella vita di diversi Santi vissuti nei primi secoli...


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Paride, greco di origine, venne in Italia per scampare alle persecuzioni. È suggestivo immaginare San Paride come un eroe fiabesco. Una leggenda afferma che il Santo, arrivato a Teano si scandalizzò del culto che la popolazione offriva a un drago, perciò decise di ucciderlo all'ingresso della sua tana. Dove morì, il grosso serpente, scaturì una fonte d'acqua simbolo di purificazione del popolo pagano. Gli abitanti del luogo, infuriati, condannarono il Santo alle belve ma egli, nominando il nome di Gesù, le ammansì. Fu proprio dopo questo miracolo che i Teanesi si convertirono.
Non dobbiamo stupirci se le leggende si intrecciano alla realtà nella vita di diversi Santi vissuti nei primi secoli. Era in uso, infatti, usare leggende per valorizzare ancora di più il racconto delle virtù di tali Santi. È certo, però, che San Paride fu consacrato vescovo di Teano dal Papa San Silvestro. Egli viene considerato primo Apostoli e patrono della città, dove morì nel 346. Il suo corpo, conservato nella cattedrale, è oggetto di culto da tempo immemorabile e la sua venerazione si diffuse anche altrove, ad esempio a Capua. Il nome Paride deriva dal greco e significa 'lottatore', 'battagliero'. Paride è una persona forte e coraggiosa. Buon onomastico a tutti i lettori che si chiamo Paride e anche al nostro vignettista, un vero 'combattente'.

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