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L'ultima parola spettava a lui e lui ha scelto. Bruce Springsteen non solo ha deciso di salire sul palco di Ferrara ed eseguire il concerto che ci si aspettava, senza sbavature, come se a pochi chilometri di distanza, nella stessa area vasta in cui quel palco era stato montato, c'erano devastazione e morte. Come se quelle forze dell'ordine e di soccorso necessarie per la gestione del suo evento, non fossero di fatto state anche sottratte ai soccorsi e all'ordine pubblico necessarie in Romagna.
Come se le ragioni che contestualmente avevano portato all'annullamento di un evento probabilmente ancora più importante, in termini di pubblico, introiti e rilevanza internazionale, come un GP di Formula 1, non fossero sufficienti per lui. Non una parola, dal palco, oltre a un Ciao Ferrara, di rito. Nessun riferimento a quel disastro umano ed ambientale. E forse, a quel punto, è stato più coerente così. Sta di fatto che lungi dal giudicare, quel tocco umano che ha celebrato nel titolo e nei testi di una delle sue canzoni più belle, a Ferrara e per l'Emilia-Romagna non c'è stato. E per questo il boss, da oggi, agli occhi di molti, è un pò meno 'boss'.
Nella foto, postata dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri, i 50.000 paganti del concerto
Redazione Pressa
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