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Zio Karl (Marx) diceva che non è per vergogna che si fanno le rivoluzioni, anche se la vergogna è già una rivoluzione, è una sorta di ira che si rivolge contro se stessa: e se un’intera nazione si vergognasse realmente, diventerebbe simile a un leone, che prima di spiccare il salto si ritrae su se stesso. Infatti hanno scatenato un terremoto mediatico le parole pronunciate da Mark Zuckerberg in un suo recentissimo annuncio via social e, di seguito una sua intervista (che potremmo definire epocale per il contenuto), cioè quella di ammettere che gli fu imposto il silenzio sugli effetti collaterali dei farmaci Covid. E così la verità, piano piano sta venendo a galla, ergo il Covid è stato un piano ben progettato e concordato. Punto.
Attenzione, qui nessuno dice che non vi sia stata l'esistenza del virus anzi, tutt'altro, ma ciò che si evince, anche da questa sorta di confessione a reti unificate (tranne quella italiana) del patron di Meta, è che lo scopo del governo Biden era di inoculare tutti... Insomma, per tutta l’intervista, infatti Zuckerberg ha accusato l’amministrazione Biden, appunto di ingerenza e censura, semplicemente per scaricare la responsabilità delle sue azioni, ma alla fine dell’intervista, difende il governo degli Stati Uniti sul merito, ma non sul metodo, della censura riguardo ai farmaci anticovid. Quindi Zuckerberg continua a proteggere il sistema, cioè Fauci e Big Pharma, mentre cerca di lavarsi le mani dei suoi peccati, quindi ricostruirsi un’immagine positiva agli occhi del pubblico.
Paride Puglia
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>